venerdì 31 dicembre 2010

2010: un anno di scalate

Il 2010 va in archivio, con tutte le magnifiche scalate portate a termine e condivise con i migliori compagni possibili.
Le ricordo e le ricorderò sempre, come tutte quelle che le hanno precedute.
Ho pensato di racchiudere una serie di istantanee in una clip, pochi minuti per rivivere con noi alcune arrampicate in particolare:
  • Baiarda (m 723): Bastione del Gran Diedro
  • Viso Mozzo (m 3.019): Canale dei Campanili
  • Pavé du Chardonnet (m 2.600): Retour en Névachie
  • Torre Germana (m 2.197): Spigolo Boccalatte - Variante Gervasutti
  • Punta Udine (m 3.027): Alice 120-80
  • Ludwigshohe (m 4.342): Normale
  • Cima di Nasta (m 3.108): Lupo Alberto
  • Punta Venezia (m 3.095): Via dei Torrioni
  • Lagginhorn (m 4.010): Cresta Ovest
  • Pizzi Gemelli (m 2.680): Ferro da Stiro
  • Monte Sarezza (m 2.820): Spigolo Nord-Ovest
  • Rocca Rossa (m 3.185): Pepito
  • Rocca Castello (m 2.452): Balzola
  • Visolotto (m 3.348): Cresta Sud-Est e Traversata delle 3 Cime

CIMA delle GRANGE (m 1.400): Via del Diedro


Venerdì 31 dicembre 2010



Io e Paolino l'Alpino

Dopo il grande spavento di ieri, l'operazione di urgenza di mia madre, arrivano notizie tranquillizzanti, così noi ce ne andiamo ad arrampicare anche l'ultimo giorno dell'anno!
Sappiamo che c'è neve in giro, ma l'ultima volta siamo stati al Pilastro Vignal ed abbiamo messo gli occhi su una bellissima linea che sale la struttura a fianco, la Cima delle Grange (m 1.400).
OK, ci torniamo: sappiamo che l'esposizione è in pieno sud, quindi possiamo sperare che sia asciutta.
Stavolta parcheggiamo l'auto decisamente più in basso, alla borgata di Chambellier e cominciamo a salire lungo la strada innevata, avendo scarponi ai piedi e ramponi nello zaino.
Non serviranno: saliamo tranquillamente, al sole e senza vento e progettiamo di evitare il canale di discesa tra le due strutture, piuttosto infido con la neve...
Decidiamo così di raggiungere la cima del pilastro e di calarci lungo la via in doppia, se sarà possibile.
Eccoci poco prima della cima:

Perfetto: la calata è attrezzata, anche se i chiodi e lo spit sono collegati da cordoni un po' vetusti... Nessun problema: visto che ripasseremo da qui, non esito a rinforzare la sosta con una mia fettuccia lunga ed un moschettone, poi mi calo lungo la parete assolata, seguito da Paolino:

Alla terza calata arriviamo alla base della via,, ma, visto che il canale di attacco è innevato, decidiamo di sostare ad un solido fittone pochi metri al di sopra dell'attacco della Via del Diedro (5b D+ 4L 80 m); anche qui attrezzo la sosta, collegando il fittone con un alberello:

Ci leghiamo e parte Paolino lungo il primo tiro (5b): ancora una volta, visto da sotto sembra facile, ma la placca che lo caratterizza si presenta abbastanza tignosa, specialmente per i reduci dai bagordi culinari di questi giorni...

La temperatura è ottima, il pile rimane nello zaino.
I primi metri della via, umidi e con la neve in fondo:

Raggiungo Paolino in sosta ed attacco il secondo tiro (dato 4c, ma è un bel quinto):
Il contrasto tra il versante esposto al sole e le pareti in parte in ombra, incrostate di neve:

Inizio ad arrampicare: il tiro è piuttosto atletico e verticale, con un tratto strapiombante, ma ben appigliato:

Paolino mi segue:



Ed eccoci a quello che si preannuncia senz'altro come il tiro più bello, quello che supera il gran diedro.
La chiodatura è decisamente parsimoniosa...
La prima parte non presenta difficoltà particolari:

Un passo delicato in placca, protetto da uno spit, conduce nel vivo del diedro:

Qui ci si può proteggere molto bene con friend medio-grandi:

Si sale poi in dulfer:

Paolino esce dalle difficoltà:

Salgo poi a mia volta: fortunatamente i friends vengono via; alla fine, devo dire che il tratto più difficile secondo me non è il diedro, ma la placca nel primo tiro; questa lunghezza è certamente la più bella e vale il prezzo del biglietto; eccomi all'uscita:

L'ultimo tiro non propone alcuna difficoltà:

e mi conduce dritto alla croce di vetta, da dove recupero il compagno:

Rieccoci in cima, da dove eravamo partiti un'ora e mezza fa:

Si sta benissimo: sgranocchiamo qualcosa, raccogliamo le corde e ci facciamo la foto di rito:

Paolino non resiste alla tentazione e decora l'albero di Natale dello scalatore:
Scendiamo con calma, ma, dopo quasi mezz'ora, il fattaccio: Paolino mi guarda, vede la corda che porto sulle spalle e ricorda improvvisamente di aver dimenticato la sua accanto alla croce di vetta!!!
Quando mi garantisce che non sta scherzando, mi carico la sua roba in spalla (zaino, imbrago, ecc.) e continuo a scendere, mentre lui parte a razzo per risalire a recuperarla...

domenica 19 dicembre 2010

MONTENVERS (m 1.913): Gita a Chamonix



Sabato e Domenica 18-19 dicembre 2010


Io, Silvia, Ele, Fabry e Samu



Non un'uscita alpinistica, ma un bel viaggetto alla scoperta dell'ultima perla delle Alpi che ancora mi manca: dopo Cortina, Zermatt, Courmayeur e Grindelwald, si va a Chamonix.
Partiamo sabato mattina: fortunatamente non nevica, così la mia Picasso viaggia tranquilla verso il tunnel del Monte Bianco.
All'arrivo, verso le 11, ci sistemiamo in albergo e subito ci lanciamo alla ricerca del posto giusto dove pranzare.
Quel posto è presso il ristorante-pizzeria di Valerio, dove troviamoo una pizza veramente ottima, una volta tanto in Francia.
Ci affrettiamo, visto che per domani le previsioni saranno peggiori, e ci dirigiamo verso la stazione del celebre trenino rosso del Montenvers:
Qui si respira la storia di Chamonix, segnata dalla costruzione di quest'opera, ai primi del 900:



Eccomi, felice tra i miei monti:

Il ricordo va alla nostra magnifica salita del Monte Bianco (m 4.810) nel 2005.
Una ventina di minuti dopo, eccoci sulla terrazza del Montenvers, di fronte alla mitica parete ovest del Petit Dru (m 3.730):

E' evidente il segno del grande crollo del 2005, quando il Pilastro Bonatti improvvisamente raggiunge i ghiaioni basali cancellando una delle vie più significative della storia dell'alpinismo...

Uno sguardo verso l'Aiguille de l'M (m 2.844):

Ancora in posa di fronte alla ovest dei Drus:

La Mer de Glace:



Gli immancabili gracchi, insensibili al freddo:

La temperatura segna -12°C: una visita al tunnel dei Cristalli, poi una sosta al bar terrazza riscaldato.
Alle 15,30, prendiamo nuovamente posto sul trenino:

In basso, Chamonix ci attende:

OK, via alla visita vera e propria della cittadina e del suo centro:

Aria natalizia nelle vie principali:

Trascino i miei compagni di viaggio in tutti i negozi specializzati in abbigliamento ed attrezzatura per sci ed alpinismo...
In alto, addirittura un raggio di sole a rischiarare le vette, in direzione dell'Aiguille du Midi (m 3.842):

Gironzoliamo fino a sera, quando ci imbattiamo nella celebre statua di Jacques Balmat, primo salitore del Monte Bianco l'8 agosto 1.786, che indica a De Saussure, il "mandante"della scalata, la vetta della montagna:

La cena è a base di galettes e crepes, in cui mi distinguo nettamente...
Il giorno seguente si apre con una colazione pantagruelica in albergo, dopo di che torniamo a spasso per la città ed eccoci nuovamente sotto la statua:





Ci imbattiamo anche nell'ufficio delle guide di Chamonix, decorato da uno splendido trompe l'oeil che raffigura i personaggi principali della storia del sodalizio:

Sulle staffe, sotto al balcone, il grande Gaston Rébuffat.

sabato 11 dicembre 2010

PILASTRO VIGNAL (m 1.400): Michelin-De Poli

Sabato 11 dicembre 2010


Io, Paolino l'Alpino, Bruno e Manu

Bella scoperta, il Pilastro Vignal (m 1.400)!
Le temperature in questi giorni sono belle rigide, ma forse oggi avremo una tregua e, per lo meno nelle zone esposte al sole, dovremmo poter arrampicare anche in media montagna.
L'idea è di recarci in Val Chisone per dare un'occhiata al Pilastro Vignal.
Manu carica tutti sulla Multipla e passiamo a raccattare anche il mitico Bruno; poco dopo parcheggiamo alla borgata Chambellier e ci prepariamo.
In effetti la temperatura non è male, anche in ragione dell'ora piuttosto tarda...
Ci avviamo lungo una stradina ghiacciata:

In pochi minuti siamo nei pressi della Cima delle Grange, pilastro adiacente al Vignal; dobbiamo risalire alle sue spalle e scendere nel canale che li divide, facendo attenzione a non scivolare sulle foglie secche e la neve; alcuni tratti sono attrezzati con catene.
Finalmente eccoci di fronte alla parete sud del Pilastro Vignal:

Gironzoliamo un po' lungo la parete alla ricerca delle varie vie riportate dalla mia guida, poi ci accordiamo così: Manu e Bruno saliranno Gocce di Acqua (6a+ 4L 100 m), mentre io e Paolino l'Alpino saliremo la Michelin-De Poli (5b D+ 4L 100 m):

Alle nostre spalle, la Cima delle Grange, con il bellissimo diedro che voglio salire quanto prima:

Ci leghiamo e partiamo: attacco io il primo tiro (4b), lungo una serie di muri e placche non difficili, dove trovo un paio di spit; faccio sosta su un albero e recupero Paolino:

Poco dopo Manu arriva in sosta, poco distante sulla via vicina:

Paolino va avanti lungo le placche del secondo tiro (4c), molto divertente e ben chiodato:

La seconda sosta non è molto differente dalla prima:

Siamo al tiro chiave della via; fin qui abbiamo già capito che i gradi non sono affatto generosi...
La terza lunghezza (5b) propone subito una partenza bella tosta, sotto ad uno strapiombo:

Mi impegno e salgo al di sopra dell'ostacolo, cui segue una bella placca verticale:

Il passo chiave è la parte finale della placca, fin sotto ad un tetto con una bella lama staccata da tenere, che supero in leggero traverso verso destra.
Segue una serie di placche e brevi tetti alternati, che mi conducono infine alla comoda sosta:

Niente da dire, la giornata è splendida e la temperatura è soprendentemente mite: il sole fa miracoli!
Faccio sicura a Paolino, che concorda nel definire la lunghezza almeno un bel 5c:


L'ostacolo finale, poco sotto la sosta:

Ormai siamo all'ultimo tiro (4c), che Paolino sale senza problemi, facendo un po' di accademia con la posa dei friends:

Intanto alle mie spalle Manu e Bruno, dopo aspra battaglia, desistono dal terzo tiro della loro via, che presenta una partenza molto ostica e soprattutto un primo spit decisamente troppo alto; così, salgono lungo la nostra via, anche perchè il terzo tiro è veramente fantastico:

Paolino è in cima, ora salgo io e non resisto: devo fotografare questo splendido antesignano del moderno spit, "griffato" di azzurro dal mitico Michelin:
L'ultimo tiro non pone difficoltà:
Io e Paolino usciamo dalla via e, da veri alpinisti, dobbiamo raggiungere la poco distante vetta del pilastro, con tanto di croce e libro di vetta:

Poi torniamo all'ultima sosta ed attrezziamo la calata in doppia, mentre Bruno sale gli ultimi metri della via:
Poco dopo, siamo tutti alla base della parete: una bella scoperta, ribadisco, ottimo gneiss ed esposizione decisamente favorevole in inverno:

Ormai il sole sta per calare dietro alla montagna di fronte.
Mangiamo qualcosa velocemente e dopo non c'è più tempo per concatenare la Cima delle Grange.
Ci accontentiamo di spostarci qualche decina di metri verso destra lungo la parete, con l'aiuto di catene e corde fisse, e saliamo ancora un paio di monotiri, attrezzati negli anni 80 da Andrea Sorbino.
Saliamo Nabir al Bar (5c 20 m) e Stretching (5c 20 m):



Ci godiamo il tramonto, poi rientriamo anche stavolta nel "recinto sociale"...