venerdì 11 ottobre 2019

PUNTA UDINE (m 3.027): Alice 120-80

Venerdì 11 ottobre 2019
Io e Lollo

Cerchiamo di sfruttare al meglio le ultime belle giornate della stagione per avventurarci ancora in alta quota.
C'è una via che ho adocchiato da tempo, che stranamente nessuno prende in considerazione, nonostante presenti caratteristiche potenzialmente appetibili: recente, spittata, a pochi minuti dal rifugio Giacoletti, lungo una bella linea su una bella cima di Tremila metri...
Dove sta l'arcano?
La via in questione è Gipsy Krin (5b   D   5L   200 m) a Punta Udine (m 3.027), che attacca a pochi metri dal Diedro Raffi-Rattazzini, bellissima via che ho salito qualche anno fa.
Giorno di ferie, meteo splendido, ovviamente inizia a far freddo ma lo zero termico è alto: via, si va.
Appuntamento 6,20, passo a prendere Lollo e partiamo alla volta del Pian del Re.
Parcheggio: no comment... già sono molto polemico e arrabbiato per come viene gestito in estate, al prezzo assurdo di 10 € al giorno mascherati da finta iniziativa ambientale (se così fosse, basterebbe chiudere o limitare le auto a un numero stabilito...); ora hanno lasciato il parcheggio incustodito con una sorta di parchimetro che tra le altre cose non dà resto...
Parcheggiamo e alle 8,20 siamo in cammino, con il Re a vigilare su di noi:
La temperatura è di 7°C.
Saliamo per il Coulour del Porco basso, dove il clima non è più propriamente estivo...

In compenso la neve della recente spruzzata sembra essersene andata tutta, bene; ecco la parete nord-est di Punta Udine:
Il Rifugio Giacoletti, chiuso:
La via che cerchiamo al momento è al sole, bene:
Poco dopo le 10 eccoci all'attacco, ben segnalato dalla scritta:
Studiando il primo tiro dal basso inizio già a sospettare di aver capito il motivo per cui nessuno sale la via... Mi lego e parto per la prima lunghezza (data 5b), il tiro chiave, e dopo una quindicina di metri è tutto definitivamente chiaro: la via è in placca, nel tratto chiave presenta un paio di bombé assolutamente improteggibili e gli spit sono distanti 8-10 metri... roba da ammazzarsi.
Ecco perchè non la sale nessuno.
Supero una cengetta e mi porto sotto il tratto chiave: la roccia qui sappiamo non avere molto grip, la via è di aderenza e spittata molto lunga, in caso di volo è MATEMATICO andarsi a spaccare le ossa sulla cengia...
Non mi va di sfracellarmi: mollo un maillon e scendo:
Ora, riflettendo a mente fredda continuo a pensarla così: a me stanno bene le vie trad e mi stanno bene le vie chiodate lunghe, laddove si possa integrare. In zona Giacoletti tutti vengono per scalare plaisir in un ambiente fantastico; persino le vie in fessura sono spittate corte; domanda: che senso ha lasciare una via improteggibile chiodata così lunga???
Una via di 5b, poi... I forti vanno a fare altro e gli altri non si avventurano col rischio di ammazzarsi, rischio che obiettivamente avrebbero anche i suddetti forti, col grip che c'è qua...
Ok, abbiamo perso un po' di tempo, visto che le giornate sono corte...
Ora sono quasi le 11 e dobbiamo scegliere una via alternativa; quelle esposte al sole sono tutte troppo lunghe, si fa tardi; non ci resta che salire una di quelle dietro l'angolo, in parete nord-est, 8 o 9 tiri, sperando non faccia troppo freddo...
Tempi Moderni è bellissima, ma l'ho già salita 2 volte, l'ultima volta solo 2 o 3 anni fa...
L'altra è Alice 120-80 (5c   D+   8L   320 m), che sale parallela alla prima, che avevo salito una decina di anni fa, di cui conservo bei ricordi.
Bene, vada per questa:
Sono circa le 11,00 quando attacco il primo tiro (5a), breve strapiombo ben ammanigliato, seguito da facili risalti in diagonale a destra:
Qui invece gli spit abbondano, poco dopo Lollo mi segue:
Il secondo tiro (5c) è molto bello, con un paio di passaggi impegnativi:



La via sale la grande parete nord-est caratterizzata soprattutto da placca con belle banchette orizzontali e tacche, sempre ben protetta:

Il freddo è sopportabile, io non lo soffro particolarmente e riesco a non avere le mani gelate, nonostante il contatto con la roccia sia al limite:
Anche qualche diedro interessante:

Alle nostre spalle emergono dalle nebbie i colossi del Cervino (m 4.478) e del massiccio del Monte Rosa:
Intanto proseguo la cavalcata senza problemi, salendo nella parte alta anche un bel diedro:
La sosta è spostata qualche metro a destra, non immediatamente visibile; al di sopra, una facile placca conduce a destra verso una paretina:

Trovo la sosta ad una selletta:
Ancora placca divertente, sempre su roccia ottima:
L'ultimo tiro mi conduce finalmente al sole:
Anche Lollo esce "a riveder le stelle", anzi la luce:
La adiacente Punta Venezia (m 3.095):
Gli Ecrins, dove abbiamo scalato pochi giorni fa:
Giù in basso, il rifugio Giacoletti:
Facciamo su le corde e ci spostiamo di pochi metri, fino alla vetta, che raggiungiamo alle 13,50.
La magnifica sequenza di vette, dalla Udine alla Gastaldi (m 3.214) al Visolotto (m 3.348)... prima del Monviso (m 3.841):
Verso est, la nebbia ricopre la pianura, mentre noi quassù ci godiamo uno splendido sole:
Autoscatto celebrativo, come da copione:
Sgranocchiamo qualcosa, una telefonata, poi scendiamo lungo la facile via Normale e giù per i tratti attrezzati del Coulour del Porco, fino a tornare al rifugio, da cui ammiriamo la parete nord del Viso:
Il rifugio chiuso mette un po' di tristezza:
Scendiamo con calma, troveremo il Pian del Re immerso nella nebbia, chiudendo così l'ennesima magnifica giornata in montagna di questa stagione che speriamo non si chiuda qui.