sabato 19 settembre 2020

ROCCA di PERTI (m 397): Nonno Dino + Consolando Consuelo


 Sabato 19 settembre 2020

Io e Lollo

Tutta la settimana pensando di tornare a scalare al Corno Stella (m 3.050)... poi, dopo duri giorni di lavoro e una voglia pazzesca di scalare in montagna... il meteo ci mette lo zampino (malefico).

Teniamo duro fino all'ultimo, poi la resa... non prima di fare un disperato generoso tentativo, partendo alla volta della Valle Stura, ma quando siamo quasi a Vinadio... ecco che piove... e piove forte...

Mi fermo e faccio inversione a U, la resa, dicevo.

Uno sguardo alle webcam, ora che si è fatto giorno, e la scelta inevitabile su Finale Ligure.

Massimo rispetto per il luogo e per la qualità della roccia, caratteristica e particolare data la vista mare... ma tutti sanno che per un amante dell'alta montagna come me la Liguria è un ripiego, spesso doloroso.

Andiamo a fare un giro a Perti nord, dove alla fine io non ho mai scalato, e ci ritroviamo all'attacco di Nonno Dino (6b   4L   120 m), via dove non c'è nessuno davanti a noi:

Ci leghiamo e parte Lollo per il primo tiro (5c), lungo un bel muro a buchi e in seguito uno strapiombo marcato:
Sbuco poi a mia volta in sosta:
Si sta benissimo, anzi fa un po' caldo ma d'ora in avanti questa è una fortuna che diventerà sempre più rara. Vado avanti per il secondo tiro (5c), lunga una fessura a sinistra, poi più facilmente fino al muro sormontato da un netto strapiombo, che supero con gran fatica:
La chiodatura è ottima, plaisir, i gradi un po' stretti (o forse è colpa del mio scarso allenamento?).
Terzo tiro (6a): pilastro facile, poi Lollo traversa a destra in placca:

Alcuni passi veramente delicati, "sulle uova", fino alla sosta vicina:
Salgo a mia volta la lunghezza, poi Lollo si propone di chiudere i conti con la lunghezza chiave (6b): in obliquo a sinistra, entusiasmante roccia, poi una placca verticale e un bombé molto ben chiodato, poi ancora placca e un diedro strapiombante con uscita a sinistra:
Usciamo in cima presto, quindi c'è spazio per una seconda via; la scelta cade su Consolando Consuelo (5b   4L   100 m).
Attacca Lollo i primi due tiri, facile il primo, carino il diedro del secondo (5b):
Poi vado avanti, prima il bel terzo tiro (5a), verticale e ben appigliato:


Sosto nei pressi dell'albero, poi parto per il tiro chiave, il camino della quarta lunghezza (5b):
Lo trovo veramente ostico e viscido, ma alla fine ne vengo fuori:

Segue un tratto facile, dove recupero il socio e ben presto abbiamo chiuso anche questa:
La comoda discesa, sgranocchiamo qualcosa all'auto e via, si torna, ammirando la parete dall'autostrada, come centinaia di altre volte:
Sì, siamo al mare... ma almeno si è scalato:

venerdì 4 settembre 2020

AILEFROIDE (m 1.800): Alambic

Venerdì 4 settembre 2020

Io e Alberto 


Ad Ailefroide torno sempre volentieri.

Siccome manco da un bel po', oggi l'idea è proprio di andarci a fare un giro, in compagnia di Alberto, sempre entusiasta.

Appuntamento alle 6 all'imbocco della Val Susa, poi via lungo la strada che le mie auto conoscono a memoria... al parcheggio ad Ailefroide la temperatura è fresca, 8°C... ma so bene che le cose cambieranno molto presto.

L'obiettivo odierno è una via recente al settore Alcool, la via Alambic (6a   9L   250 m), griffata JMC.

L'occasione sarà utile per rendere un omaggio e un saluto al grande Jean Michel Cambon, che ci ha lasciati a marzo di quest'anno facendo quel che ha sempre amato fare, chiodare nuove vie; lui è sempre stato il cuore pulsante di Ailefroide, colui che in pratica l'ha creata...

Proseguiamo 1.100 m oltre il ponte e posteggio sulla sinistra, salendo verso il Pré; ci prepariamo, tiro fuori la guida e cerchiamo di capire dove sia la via, con la foto davanti; non fatichiamo a riconoscere il luogo descritto e individuiamo il sentiero che sale dapprima in pietraia, poi nel boschetto alla sua sinistra.

In circa 25' siamo all'attacco della via, come da descrizione, grazie a un'ottima traccia, con ometti; un cordino giallo e rosso indica che la via attacca un paio di metri a destra, dove troviamo la scritta:

Ci leghiamo, abbiamo solo fettucce e 14 rinvii.

Parto io per il primo tiro (5c), quando sono passate da poco le 9,00:

E' un bel muro quasi verticale, dapprima con buone prese, poi con alcuni passi più aleatori nella parte medio-alta.
Raggiungo la sosta dopo circ 30 m, con alle mie spalle belle strutture granitiche e la conca di Ailefroide:

Il secondo tiro (6a) è molto particolare: attacco la parete verticale, leggermente strapiombante, che riesco a salire grazie ad un piolo metallico conficcato nel tronco di un povero pino...

Poi mi isso al di sopra con un paio di passi delicati, salendo poi la parete successiva più facilmente, fino alla sosta in cima allo sperone; poco dopo mi raggiunge l'amico:

Di fronte a me, il terzo tiro (6a), magnifico: un muro verticale, liscio, solcato da una fessura che purtroppo si perde a metà parete, con una partenza piuttosto ostica e fisica:

Lo salgo, prima con fatica poi con gran divertimento, seguito poi dal socio:

L'ambiente qui è da favola, come sempre; oggi poi c'è una luce e una limpidità tale da far sembrare i contorni quasi artificiali... la vista verso il Pré de Mme Carle e il Glacier Blanc è splendida:
Il Pelvoux (m 3.946) sopra di noi:

In cima al risalto, Alberto va avanti lungo la corda fissa che ci conduce alla base del quarto tiro (4a), facile:
Salgo ora il bellissimo quinto tiro (5c), aperto da una bella scaglia per poi proseguire in placca:

La bella scaglia iniziale:
Salgo poi in verticale, traverso leggermente a destra e salgo poi diritto in placca, bellissima, dove poi mi segue l'amico:
Selfie mentre Alberto ancora si suda la pagnotta sugli ultimi metri del tiro:

 

Sesta lunghezza (6a), magnifica: salgo la placca a sinistra del diedro, poi impegno una dulfer con cui mi porto sempre più a destra, fino a ribaltarmi al di sopra dello speroncino a destra; da lì inizio un traverso molto delicato, ben protetto, per proseguire poi in verticale su terreno più appigliato:



L'amico impegnato nel traverso:
Mentre io sono tranquillo in sosta:

La sosta:
Settima lunghezza (5c+): alcuni passi facili fino sotto un muretto strapiombante, che salgo muovendomi verso destra, per poi salire in placca più facilmente, fino alla sosta successiva:
Seguono gli ultimi facili due tiri, entro il quarto grado, e raggiungo la vetta dello sperone per una bella placca articolata finale, dove mi raggiunge Alberto poco dopo:
La conca di Ailefroide vista dalla cima:
Selfie-ricordo con il Glacier Blanc sullo sfondo:
Scendiamo con quattro calate, poi ripercorriamo la corda fissa verso il basso, per reperire le ultime due calate fuori via, fino alla base.
Poi scendiamo il sentiero in una ventina di minuti, con un caldo incredibile (30 gradi)...
Giunti al parcheggio, ecco il settore appena scalato:
Chiudiamo la giornata con un doveroso e sentito omaggio a Jean Michel Cambon, infaticabile e dissacrante chiodatore della maggior parte delle vie da queste parti:
e con una strepitosa galette a pochi metri di distanza:
Si torna a casa, presto, tornando entro le 19.

Alle prossime avventure!