giovedì 27 dicembre 2018

ROCCA PROVENZALE (m 2.402): Bonelli

Giovedì 27 dicembre 2018
Io e Simone

Riprende la tradizione delle belle scalate di fine anno in ambiente e quale posto migliore, se non la "nostra" Castello-Provenzale?
Le temperature sono abbastanza miti, non c'è neve e non tirerà vento, da previsioni.
Appuntamento con Simone, che non scala da quest'estate, alle 6,30, tutto sulla sua auto e via verso la Val Maira!
Sorprendente il traffico che incontriamo a quest'ora in giorni in cui molti si pensa siano in vacanza...
Un caffè a Dronero, poi raggiungiamo Chiappera, dove troviamo la strada chiusa al bivio per il rifugio Campo Base: "Strada chiusa per neve", recita il cartello sulla transenna... in realtà no c'è neve affatto...
Poco male, parcheggiamo e cammineremo qualche minuto in più.
Alla partenza il termometro segna -1°C.
L'avvicinamento è totalmente asciutto, in scarpe estive da avvicinamento:
In mezzoretta siamo di fronte alla parete e al tracciato della via Bonelli (IV   AD+   7L   400 m), che ben conosco avendola già percorsa altre due volte in passato:
Anche la via e la parete sono in perfette condizioni; il sole riscalda oltre le più rosee previsioni, anche la roccia è gradevole e non fredda.
Ci prepariamo, vado avanti io per il primo semplice (III) tiro, quando sono le 10,10:
Facili placche, senza chiodi in posto, poi salgo uno spigoletto dopo aver rinviato una clessidra, per raggiungere in breve il terrazzino con il caratteristico alberello di sosta:
Simone torna su roccia:
Il secondo tiro (IV) parte con un passo da studiare un attimo poi percorro la rampa verso destra fino a reperire la fessura che caratterizzerà tutto il resto della via:
Rinvio un primo chiodo, poi un friend incastrato, quindi un altro chiodo lungo la rampa, fino allo spit che segna l'inizio della fessura verticale; alcuni metri sopra, su un terrazzino, trovo la comoda sosta, dove mi raggiunge l'amico:

Nessun altro in giro per le pareti: non sanno cosa si perdono!
Nemmeno escursionisti, strano... solo più tardi un solitario accompagnato dal cane transiterà sotto le pareti e si fermerà un po' a seguire le nostre evoluzioni.
Siamo al terzo tiro (III+): salgo con entusiasmo la perfetta fessura verticale che incide la parete est della Provenzale:

Poco sotto il grande tetto che chiude la parete, mi sposto un paio di metri a sinistra per raggiungere la sosta a spit e chiodi:

Simone mi raggiunge, mentre la roccia ora è decisamente calda, a dispetto dei nostri timori della vigilia:

Quarta lunghezza (IV): traverso a destra e mi porto sotto il grande tetto, che supero in corrispondenza di una spaccatura:
Alla nostra sinistra, l'Oronaye (m 3.100), che abbiamo salito in primavera:
Quinta lunghezza (III+): cavalco il facile sperone che mi conduce al famoso camino, dove occorre togliere lo zaino per passare, strisciando tra due pareti di roccia:

Ne emergo poco dopo, prima di raggiungere la sosta in comune con Danza Provenzale:
Simone emerge anche lui dalla spaccatura di pietra, poco dopo:
Secondo parto...
Molti interrompono qui la via, calandosi in doppia su Danza Provenzale; noi non abbiamo alcun motivo di farlo, così proseguo lungo il diedro-rampa che sormonta la sosta (III), rinviando un paio di chiodi per raggiungere una sosta con spit e chiodo:
Da qui in poi usciremo in conserva protetta, a 60 m di distanza: vado avanti e quando la corda finisce parte anche Simone:
Verso le 13,30 siamo fuori dalla via, sulla cengia dove passa la Via Normale alla Provenzale:
Fa caldissimo, incredibile!
La vetta, distante una buona mezzora, che non raggiungeremo essendoci già stati entrambi più volte:
Scendiamo con attenzione lungo le placche della Normale, quindi all'auto poco dopo.
Splendida giornata, ultima salita di questo magnifico 2018 in montagna.
E stasera si chiude alla grande, con la tradizionale Cena Alpina!

sabato 8 dicembre 2018

DENTE ORIENTALE di CUMIANA (m 1.343): Fratello Non Temere

Sabato 8 dicembre 2018
Io e Lollo

Finalmente una giornata di sole torna a cadere di sabato.
Peccato solo sia previsto vento forte, anche se di phoen.
Appuntamento con Lollo alle 7,15 al bar Mario, gli propongo una via che ho salito qualche anno fa al Dente Orientale di Cumiana (m 1.343): Fratello Non Temere (6a   6L   140 m).
Sul lungo rettilineo tra Savigliano e Saluzzo ecco davanti a noi un magnifico Monviso (m 3.841), stamattina avvolto in un'aura davvero magica:
Parcheggio a Cantalupa, poi iniziamo il ben noto avvicinamento, che per essere una salita invernale è piuttosto lungo, ma lo faccio sempre volentieri.
La temperatura è effetti abbastanza mite, anche se si intuisce che le raffiche di vento vanno aumentando... e soprattutto che sono piuttosto gelide, alla faccia del vento di phoen...
L'avvicinamento è lunghetto, ma alla fine arriviamo sotto alla via, che attacchiamo verso le 10,45:
Il primo tiro è aperto da Lollo, una serie di placche e muretti di 5+ che in realtà secondo noi sono un po' più dure:
Nessuno in giro, a parte due ragazzi sulle vie a destra, nella porzione di parete riparata dal vento; noi invece ce lo becchiamo tutto, pienamente in linea con il codice-disagio che abbiamo sposato!
Raggiungo l'amico in sosta, poi riparto per la seconda lunghezza (5+):
La chiodatura è ottima, plaisir a spit, con soste già collegate.
Mi muovo a destra su belle placche, fino a raggiungere un tetto che richiede impegno, poi una serie di diedri paralleli mi conduce in sosta:
Tiro molto divertente, Lollo sulle mie tracce:
La terza lunghezza (5+) è altrettanto divertente e il colpo d'occhio magnifico:
Facili placche su roccia incredibilmente lavorata e ricca di quarzo conduce l'amico al grande diedro che le sormonta:
Al di sopra, pochi metri senza problemi conducono alla sosta.
Quarto tiro (5c/6a): salgo i primi muri senza difficoltà:
poi raggiungo un pronunciato strapiombo, che supero non senza i miei problemi:
Al di sopra incontro placche divertenti, quindi esco in cengia, per la comoda sosta.
Lollo mi raggiunge, maledice il fatto che a suo dire le soste scomode toccano tutte a lui, poi parte per il quinto tiro (6a), splendido:
Partenza boulder, poi un bel muro più verticale che difficile, quindi una sequenza di placche e muri sempre verticali, che costringono a continui spostamenti di baricentro, grande divertimento.
In sosta il vento è diventato ormai patagonico, forte e piuttosto freddo.
Raggiungo rapidamente l'amico in sosta, poco sotto la cresta sommitale:
Riparto subito, pena il congelamento o come minimo un bel torcicollo...
Percorro in pochi minuti i facili risalti del sesto ed ultimo tiro (3), fino alla ben nota cappella posta in cima al Dente Orientale (m 1.343):
Il panorama dalla cima è fotonico.
A sud, il Monviso (m 3.841), onnipresente e dominatore di sguardi, nel pieno di una bufera di vento:
A nord-est Torino e la sua collina:
A nord i giganti delle Alpi:
A est la pianura:
Autoscatto di vetta, immancabile:
  La cappella in vetta:
A ovest, il Dente Centrale (m 1.361):
Il presepe allestito nella cappella:
Scendiamo lungo la via Normale in versante nord, poi al Colle della Bessa e, poco sotto, ecco una bella vista del dente che abbiamo appena scalato:
Vento a parte, oggi è stato finalmente un bel sabato arrampicatorio.
Alle prossime avventure!