sabato 10 settembre 2016

ROCCA CASTELLO (m 2.452): Balzola + Diedro Calcagno + Variante Savio

Sabato 10 settembre 2016
Io, Paul e Rena 

Si torna in Castello, nel "giardino" preferito!
E si torna per un obiettivo a lungo sognato, studiato, anche un po' temuto: il Diedro Calcagno con Variante Savio (VI+   TD   9L   255 m) alla Rocca Castello (m 2.452).
L'occasione viene su proposta del Paul e all'appello risponde presente anche Rena.
Bene, la compagnia è spassosa, la via sarà senz'altro magnifica, ma bisognerà sudare per portarla a casa, anche perchè il Paul ieri mi ha già accennato alla possibilità di "fare le cose per bene", uscendo per la Variante Savio, che sicuramente ci darà filo da torcere.
L'appuntamento col Paul è alle 6 al bar di Mario, con René poco più avanti.
Ci avviciniamo dall'alto e camminando verso il Colle Gregouri lo spettacolo è sempre emozionante:

Scendiamo al di là del Colle ed eccoci di nuovo al cospetto della solare parete est della Rocca Castello; l'occhio cade subito sul grande diedro rosso che segna la parte alta, il Diedro Calcagno:
Alle 9,30 siamo pronti, non c'è nessun altro in giro.
Io e Paul abbiamo martello e chiodi, poi abbiamo una serie completa di nut e friend.
Ci leghiamo e Paul attacca il primo tiro della Balzola (V), subito bello verticale, prima in fessura diagonale verso destra, poi un tettino e una bella fessura verticale, seguita da un traversino a sinistra:
Immagine un po' grandangolare con la mia GoPro:
Ok, tocca a noi! Rena in azione:
Ci alterniamo al comando, passa avanti Rena per il secondo tiro della Balzola (V-), salendo all'interno della grande nicchia di sosta, rinviando un chiodo in alto e poi un friend incastrato, per proteggere l'uscita a destra dal pronunciato tetto:

La lunghezza prosegue poi lungo belle placche ed un diedro, fin quando un traverso a destra conduce alla sosta su un terrazzino, in cima al diedro di destra.
Parto io:
Riuniti in sosta, ci cambiamo nuovamente al comando e passo avanti io.
La terza lunghezza della Balzola (IV+) ha un aspetto bellissimo, la quarzite offre sfumature rossastre magnifiche:
Attacco il diedro-fessura che sormonta la sosta, ignorando un chiodo a destra appena sopra la stessa:
Il diedrino piega a destra, più in alto, poi la relazione parla di traverso a destra di 10 m, fino a incrociare la via Sete d'Oriente, per poi salire diritto lungo diedri e fessure:
Dopo una cavalcata piuttosto lunga, di circa 40 m, trovo la sosta a spit e recupero gli amici, che intanto presentano già molta aria sotto ai piedi:
Resto davanti per la quarta lunghezza (III+), facile in diagonale verso destra e poi in traverso sempre a destra; si tratta del primo tiro del Diedro Calcagno, rappresentandone in pratica il raccordo con la Balzola o Sete d'Oriente.
Ignoro la sosta attrezzata sullo spigolo e mi porto nel terrazzino esattamente alla base del Diedro Calcagno, sulla faccia destra trovo 3 chiodi piuttosto distanti tra loro, che collego con fettucce per attrezzare la sosta.
Purtroppo intanto nuvole scure ci sono piombate sulla testa...
Speriamo tengano... le previsioni davano peggioramenti possibili dopo metà pomeriggio...
Recupero i soci, quando siamo tutti in sosta passa davanti nuovamente il Paul.
Quinto tiro (V+).
Finalmente siamo nel cuore del grande diedro tante volte ammirato dal basso!
I primi passi non sono troppo impegnativi e ben presto ci rendiamo conto che la chiodatura si mantiene buona, sia come quantità che come qualità dei chiodi:
Purtroppo però la triste realtà è che sta iniziando a piovere...
Non ce ne accorgiamo nemmeno subito, dal momento che ci troviamo al riparo dei grandi strapiombi che ci sormontano, ma tutto intorno si vedono gocce sempre più fitte.
Che si fa?
Proviamo ad ignorarla, andiamo avanti, poi vedremo.
Intanto Paul raggiunge la parte calda, salire richiede una discreta dose di acrobazia, qua e là:
Si scala sostanzialmente nel centro del diedro, le digressioni sono tutte in faccia destra.
Qualche minuto dopo il Paul è in sosta, 3 chiodi da collegare:
La parete al di fuori del diedro è bagnata...
Ma sì, andiamo avanti!
Parte Rena, seguo io:
Il tiro è grandioso, la qualità della roccia quarzitica della Castello è sempre altissima, anche nel fondo del diedro, non si muove nulla.
Sesta lunghezza (V): passa avanti Rena, mentre sotto a questi strapiombi quasi non capiamo se piova ancora o meno... l'importante è poter proseguire su roccia asciutta, se le cose cambieranno decideremo.
Un passo delicato e di forza in partenza, prima leggermente a destra, poi nel centro del diedro:
Si prosegue sul fondo del diedro fino alla sosta; tocca a noi, salgo io e dietro chiude il Paul, con molta aria tra le chiappe, come si suol dire:
La sosta, anche questa old-style:
Altro cambio della guardia, passo avanti io, settimo tiro (IV), ancora nel diedro, per iniziare poi a spostarsi leggermente a destra:
Bei movimenti, finché individuo due chiodini molto vicini tra loro, meno di una spanna, infissi nella stessa fessura; li collego e faccio salire gli amici:
Ora usciamo allo scoperto e fortunatamente non piove più, anzi un piacevole venticello sta asciugando rapidamente la roccia.
Ho raggiunto questa sosta in quanto abbiamo deciso che proveremo la Variante Savio (VI+) in uscita, tocco di classe tracciato dal grande Sergio, che ha realizzato per primo l'uscita diretta e la salita integrale del grande diedro rosso.
Il Paul freme da ieri per provare questo tiro e noi gli cediamo il passo volentieri.
I primi metri percorrono un pilastrino verticale, aereo e divertente, non troppo difficile, poi un traversino a destra con un passo delicato:
Con questo passaggio ci si porta al di sotto della fessura strapiombante che solca l'uscita diretta del diedro.
Il tiro è molto chiodato, ma richiede equilibrio e forza:
Giunto in sosta, possiamo salire io e Rena, con qualche resting.
Eccoci riuniti alla sosta sotto il castello terminale, dove sono passate decine di volte...
Rena sale lo strappo finale, questa volta al centro della parete, con un unico lungo tiro di oltre 50 m, il nono ed ultimo (IV):
Una fantastica clessidra, una quindicina di metri sotto al vetta:

Eccomi un'altra volta in vetta alla Rocca Castello (m 2.452), con lo sguardo che va sempre alla piatta sommità della Torre, col pensiero che vola subito alla splendida scalata dello Spigolo Castiglioni di fine maggio:
Foto di vetta:
Incredibilmente, siamo asciutti, niente pioggia: alla fine è scesa solo nell'oretta trascorsa esattamente sotto agli strapiombi... perfetto!
Veloce discesa in doppia lungo King Line:
Un'ultima occhiata alla linea salita, poi si scende:
Posa yosemitica, tornati all'auto, con le pareti ovest sullo sfondo... quella la prossima avventura???

Il video della salita.


sabato 3 settembre 2016

CORNO STELLA (m 3.050): Regalami un Sorriso + Vecchi Lupi

Sabato 3 settembre 2016
Io e Pol

Stavolta si scala il Corno, quest'anno mi mancava proprio!
Dopo un'estate fantastica, eccoci a far visita allo Scoglio Inaccessibile delle Alpi Marittime, in compagnia del Pol, molto motivato e in gran forma.
L'avvicinamento al rifugio Bozano è sempre un piacere per me, la mattina saliamo veloci, al fresco e ci concediamo la mitologica crostata di castagne di Marco, con un buon thè, prima di percorrere il nuovissimo sentiero di accesso alla parete, un lastricato frutto di un lavoro immenso da parte delle squadre forestali della Regione.
Il programma prevede la salita di una magnifica combinazione di vie sul Corno Stella (m 3.050): Regalami un Sorriso (6a   TD-   8L   250 m) + Vecchi Lupi (6a+   TD   7L   300 m):
L'attacco della prima via, sullo zoccolo, è ben segnalato e di comodissimo accesso:
Siamo i primi, la parete è ancora in ombra, ma si sta benissimo.
Le previsioni sono buone, si può star tranquilli.
La prima via è chiodata decisamente plaisir, un misto di spit e qualche chiodo che permette di divertirsi in tutta tranquillità.
Ci leghiamo e attacca il Pol il primo tiro (6a):
Un passo delicato a pochi metri da terra, poi via più facile, quindi un altro passo un po' aleatorio più in alto, prima della comoda sosta; tocca poi a me.
Procediamo a comando alternato; la seconda lunghezza (4c) tocca a me, supero lo strapiombetto a sinistra della sosta e poi salgo per placche articolate:
Terza lunghezza (4c): Pol sale la rampa da destra a sinistra, poi supera il breve strapiombo senza difficoltà:
Salgo poi io:
Il tiro successivo (5c/6a) propone una bella placca lavorata, che salgo con grande divertimento.
Segue l'amico:
Il tiro prosegue poi omogeneo (5c/6a) fino in cima al pilastro:

Siamo ancora in ombra, a quest'ora, ma si sta benissimo, come temperatura.
Da qui in avanti proseguiamo in comune con la via Giacougià, traverso la cengia e mi porto alla base dello strapiombo (5c), che supero nel punto debole:
Proseguo poi su placche articolate:

Il Pol si porta poi con un'unica lunghezza (5c) fino all'uscita della via, ancora in placca e brevi muri:


Seguo a ruota, quando il sole ormai si avvicina alla parete:


Dall'uscita della via, facciamo su le corde e ci portiamo verso la grande cengia, dove traversiamo a destra fino a portarci alla calata nel diedro-canale, che ripercorreremo anche più tardi in discesa...
Ci portiamo a destra dell'attacco della De Cessole e troviamo subito le iniziali in vernice che segnano l'attacco della via Vecchi Lupi:
Il primo tiro (5b) lo sale Pol, in placca verticale in leggero diagonale a sinistra:

Avanti a tiri alterni, salgo il secondo tiro (5b), ancora in placca, prima in obliquo a sinistra e poi a destra, fino a sosta sul traverso della De Cessole sotto fascia strapiombante:

Pol segue:
Terzo tiro, il tiro chiave (6a+): Pol attacca lo strapiombo, per uscire a sinistra sotto la vena di quarzo, dove sosta:

Salgo a mia volta, non senza tribolare:
La quarta lunghezza (5c) mi vede scalare un diedro a destra, poi superare con passi atletici la vena di quarzo, per uscire a sinistra, dove una placca mi porta in sosta:
Pol on air:
Quinta lunghezza (5c): Pol sale le placche dritto sopra la sosta, poi attacca la fascia strapiombante, in diagonale verso sinistra:
Alla nostra sinistra, la splendida Catena delle Guide:
Il Pol sul crux del tiro:
Il rifugio è ormai lontanissimo, molto in basso:
Salgo poi le placche del sesto tiro (4c), quindi il Pol gli ultimi risalti (3c) del settimo tiro:
L'ottavo tiro (III+) è facile, ci sleghiamo e facciamo su le corde per percorrerlo rapidamente, fino a sbucare sul celebre plateau sommitale, che percorriamo in salita verso la croce di vetta:

Eccoci, sono di nuovo in vetta al Corno, magnifico!
Il Pol:
Selfie:
Scendiamo il plateau fino alle calate della Campia: 3 lunghe doppie verticalissime ci depositano senza intoppi alla cengia alta, poi un'ultima doppia nel canale della cengia ci porta sul sentiero, pochi minuti dopo siamo all'ultima lunga calata fino ai ghiaioni basali.
Poco dopo ecco la splendida immagine frontale della parete sud-ovest del Corno, in pieno sole:
Si chiude un'altra grandiosa giornata in alta montagna, ma la stagione prosegue!