venerdì 18 dicembre 2020

MONTE CUCETTO (m 1.690): Cresta dell'Anitra

Venerdì 18 dicembre 2020

Io e Alberto

Ci si ritrova dopo un altro lockdown, purtroppo...

Alberto ha già fatto qualche uscita sugli sci, il suo primo amore, ma oggi si scala, proviamo a tornare a mettere mano alla roccia.

C'è un posto che ho già studiato qualche volta, senza esserci mai andato: è il Monte Cucetto (m 1.690), in Val Chisone, dove l'infaticabile Fiorenzo Michelin ha chiodato (e richiodato) alcuni itinerari.

Oggi la scelta cade sulla Cresta dell'Anitra (5c   7L   160 m), via abbastanza facile adatta a riprendere l'attività in questo periodo.

Ci ritroviamo alle 7,45 a Pinerolo e proseguiamo verso il Grandubbione; alla base della discesa che segue il pilone votivo sulla sinistra, parcheggiamo in uno slargo e ci prepariamo. Frattanto abbiamo già potuto vedere che la montagna è abbastanza sgombra dalla neve; questa è la prima cosa importante, visto che non metto il naso fuori di casa da una vita e non ho idea delle condizioni in giro, se non grazie alla webcam della vicina Rocca Sbarua...

Alle 8,50 siamo in cammino su per il bosco, dove quasi subito troviamo i segni di Michelin, ometti in pietra e i caratteristici segni di vernice blu. Più su troviamo un po' di neve, che non dà fastidio più di tanto; dopo qualche ravanamento, alle 10,15 siamo all'attacco della via, ben segnato da una nuova targhetta metallica:

Ci leghiamo, salirò io davanti.

La temperatura è magnifica, si sta benissimo; il meteo parlava di velature, invece il sole è bello limpido.

Salgo il primo tiro (4a), una bella fessura verticale non protetta ma facilmente proteggibile a friend, per uscire in sosta (su albero) dopo una ventina di metri:

Mi sposto poi a sinistra per attaccare la parete che sale divertente per il secondo tiro (5a), fino in cima al risalto, dopo 35 m; sosta a spit collegata, da cui faccio salire l'amico:
A sinistra la parete che ci aspetta:
Il terzo tiro (5a) è un po' particolare... traverso su roccia bagnata e lichenata, poi riprendo il filo di cresta e mi porto alla base di una bellissima fessura, che salgo in dulfer per sbucare in cima al risalto, dove trovo la sosta su solido albero.
Poco dopo Alberto mi raggiunge:

Quarta lunghezza (5b): scalo la bellissima placca a sinistra, placca articolata su ottima roccia:

 Alberto "on fire":
Quinto tiro (5c), tiro chiave: un bel torrione che salgo all'inizio in leggero traverso a sinistra, con un singlo passo un po' delicato, poi una bella sequenza molto verticale su roccia che a tratti non mi lascia del tutto tranquillo, ma ben protetta:

La sosta che raggiungo non è molto accogliente... la neve la fa da padrona e la difficoltà risiede nel non bagnare le scarpette e le corde, mentre recupero l'amico:
Alla nostra destra sono sorpreso dalle belle pareti che caratterizzano la zona, a torto poco frequentate:

Frattanto attacco la sesta lunghezza (4b), facile ma molto estetica, sul filo dello spigolo:

Per chiudere poi con la settima e ultima lunghezza (5a), a sinistra dello spigolo, lungo belle fessure, fino a sbucare sulla panoramica cima del Torrione Gaido:

Poco dopo siamo entrambi in cima, quando sono circa le 13,00:

Al sole si sta benissimo, ci godiamo la bella vista verso il Monviso (m 3.841):

Per oggi va bene così, anche se potremmo proseguire lungo gli ultimi 4 tiri della Via dei Torrioni; buttiamo le doppie e mi calo alla ricerca della sosta, 50 m più giù da qualche parte nella parete:

Una seconda doppia da 50 m ci porta a terra, a breve distanza dall'attacco della via:

Il ritorno a valle sarà ancora più breve della salita, seguendo ora la traccia più corretta,che non avevamo trovato integralmente in salita.

Tornati all'auto sgranocchiamo qualcosa e via, l'ennesimo ritorno alla roccia si chiude qui.

sabato 31 ottobre 2020

PUNTA FIGARI (m 2.345): SUPER G.A.M.


Sabato 31 ottobre 2020

Io, Lollo e Pol

Ritorno in Castello, dopo un po' di tempo: è sempre aria di casa!

Recentemente è stata richiodata una via del 1981 di Ghigo e Parussa, la via Super G.A.M. (6c   TD+   6L   205 m) alla Punta Figari (m 2.345); il Pol le ha messo gli occhi addosso e ci ha fatto esplicitamente capire che gli piacerebbe molto ripeterla... Ok, si va!

Appuntamento alle 6,00 da Mario, poi via verso la Val Maira; la temperatura è alta, il sole splende.

Al parcheggio troviamo già un paio di auto. Ci prepariamo e saliamo in circa 45', raggiungendo l'attacco della via alle 9,00:

Ci leghiamo, Pol tirerà la via; il primo tiro (6b) fa subito capire che oggi sarà bella dura...
La via attacca in un diedrino da superare in opposizione:
La via è stata recentemente richiodata a spit e (chissà come mai) da allora le ripetizioni si sono moltiplicate...
Dopo una trentina di metri, arriva in sosta (spit da collegare) e possiamo salire noi; prima io, uscendo a destra in placca dopo il diedrino, seguito da Lollo:
Si combatte:
Secondo tiro (6a): Pol sale un primo diedrino, poi prosegue lungo splendide placche e muretti a tacche:

Frattanto sotto di noi hanno attaccato la stessa via altri due scalatori, uno dei quali è il vero signore di queste pareti, il mitologico Sergio Savio:
Saliamo io e Lollo il secondo tiro, poi Pol riparte per la terza lunghezza (6b), un fessurone con tratti molto strapiombanti:
La seconda sosta è a spit con catena e così saranno le soste di qui alla cima.
 Dopo il fessurone, si scala lungo il diedro che la stessa scaglia enorme ora forma con la parete, per uscire infine a sinistra con un ultimo passo strapiombante, atletico ma non difficile:

Siamo al quarto tiro (6c), il tiro chiave: Pol sale in diagonale a destra lungo una splendida sezione di placche e diedrini, poi la cosa di fa seria... un pilastrino liscio e strapiombante:

Noi ce la ridiamo in sosta, ma tra poco tocca a noi...
Intanto il Pol esce dal tratto strapiombante, dopo aver studiato un po' il passaggio chiave, e traversa a destra fino a raggiungere l'ennesima esile sosta:
Saliamo a nostra volta, ovviamente con gran fatica; poi eccoci di nuovo a far sicura all'ultimo tiro duro, il quinto (6b):
Il Pol traversa ancora a destra qualche metro, in placca entusiasmante, prima di salire diritto fin sotto l'enorme strapiombo:
Si insinua poi in un fessurone, sparendo alla nostra vista, per emergere poi in alto, dopo un passo estremamente strapiombante, fino al comodo terrazzo di sosta:
L'ultimo tiro (4b) è ancora verticale, ma senza difficoltà, una ventina di metri in cui usciamo definitivamente dai tetti e ci portiamo in vetta lungo belle placche articolate:

In cima troviamo una sosta nuova con spit e catena, da cui ci caliamo verso ovest con una calata da 20 metri.
Qui giunti, cambiamo le scarpe e lo sguardo è rapito dalla magnifica parete sud della Torre Castello (m 2.448), dove Lollo agogna ancora il superbo Spigolo Castiglioni (tra luce e ombra):
Ci portiamo poi in pochi minuti alla Forcella Provenzale, da cui ci caliamo tranquillamente fino a terra con 3 doppie; torniamo poi agli zaini, sgranocchiamo qualcosa, scambiamo ancora qualche chiacchiera con la cordata che ci seguiva in parete, prima di farci una bella foto ricordo davanti alla parete appena scalata:
Purtroppo... un nuovo lockdown è alle porte, temiamo... Oggi abbiamo colto l'attimo, non potevamo mancarlo.

mercoledì 28 ottobre 2020

CORMA di MACHABY (m 798): Nulla al Caso


Mercoledì 28 ottobre 2020

Io e Bruno

Gran ritorno al Paretone!

Purtroppo la situazione in Italia non evolve verso scenari incoraggianti... la pandemia sta riprendendo vigore e con Bruno conveniamo che se possiamo è meglio cogliere l'attimo e andare a scalare, prima che tornino a rinchiuderci in casa...

Ok, oggi si può, così ci troviamo d'accordo per andare a salire una via al Paretone di Machaby, dove Bruno non ha mai scalato: una mancanza da colmare assolutamente!

Parcheggiamo all'Arcaden, approfittando per una colazione ottima; poi a piedi ci dirigiamo verso il nostro obiettivo, la via Nulla al Caso (6b   9L   280 m), che raggiungiamo risalendo lo zoccolo, ancora un po' umido e con colate di acqua che speriamo non interesseranno la via:

Arriviamo ad attaccare la via alle 9,30, proprio quando il sole arriva a riscaldarci un po' le terga:
Ci leghiamo, parto io per il primo tiro (5b), una placca articolata divertente:

Mi sposto poi qualche metro a destra per salire il secondo tiro (5b), un breve muro iniziale e una bella serie di placche, per finire lungo un estetico spigolo arrotondato:
Bruno mi segue:


Il terzo facile tiro (5a) ci conduce alla grande cengia mediana, dove recupero l'amico e gli cedo il comando.
Quarto tiro (5c): Bruno sale il muro iniziale, poi traversa leggermente a sinistra per affrontare un breve strapiombo e salire poi lungo splendidi passaggi in placca, sempre leggermente a sinistra:
La temperatura è ottima; salgo poi a mia volta:
Siamo ai tiri più duri; Bruno parte per il quinto tiro (6b), con un movimento a sinistra e un paio di passi in strapiombo che richiedono decisione:
Poi la via propone una serie di muri a tacche su roccia strepitosa:

Salgo arrangiandomi con un po' di A0 nel tratto più tecnico, poi mi godo la seconda parte:

Bruno resta davanti anche nel sesto tiro (6b), una placca che conduce ad un pronunciato tetto strapiombante:

In alto ci sono ancora bei passaggi, che impegno poco prima di raggiungere il socio in sosta:
Bruno sale poi il settimo tiro (6a+), che prevede ancora un paio di strapiombi:

Torno poi davanti per salire l'ottavo tiro (4b), lungo muri articolati e la facile uscita del nono ed ultimo tiro (3a), sulle placche arrotondate che sormontano la Corma:


In cima sgranocchiamo qualcosa:
Poi scendiamo a piedi attraversando la cima e raggiungendo poi il santuario di Machaby:

Ritorniamo in versante sud e facciamo un salto alla falesia frequentata che precede il ritorno all'Arcaden.
Si chiude una splendida giornata tornando a casa piuttosto presto.