mercoledì 22 agosto 2018

TORRE CASTELLO (m 2.448): Genovesi Sud

Mercoledì 22 agosto 2018
Io e il Pol

Dopo la galoppata dei due giorni passati, eccomi ancora in pista... stanco ma motivato!
L'obiettivo è di quelli belli tosti, la Genovesi Sud (6a+   TD   6L   230 m) alla Torre Castello (m 2.448), sulla vertiginosa parete sud.
Appuntamento a Dronero col Pol, alle 6,00.
Purtroppo il bar cui abbiamo appuntamento è ancora chiuso... pazienza per ora, carichiamo la sua roba sulla mia macchina e via verso l'alta Val Maira.
Parcheggio al posteggio basso, come la settimana scorsa, poi saliamo lungo il ben noto sentiero già percorso mille volte, armati a puntino di martelli, chiodi, cordini, fettucce, friend e nut.
Nessuno in giro, meteo ok, come da previsioni per oggi.
Avevamo pensato di salire la Fessura Brunilde per arrivare alla Torre, ma come si vede in foto la fessura conduce al secondo tiro dello Spigolo Castiglioni, mentre noi dobbiamo arrivare alla Forcella Provenzale:
Alle 8,45 ci leghiamo e attacco il primo tiro del Camino Est (IV   AD   2L   100 m):

Dopo un viaggetto di 55 m raggiungo la sosta alla base del camino vero e proprio, via che avevo già percorso un paio di anni fa con Renna.
Salgo il camino, trovandolo abbastanza rognoso, un bel quarto grado reso umido e viscido dalla pioggia della notte:

Giunto alla Forcella Provenzale (m 2.290), traverso a sinistra e trovo la sosta a spit e catene, da cui recupero l'amico:
Alla nostra sinistra si apre l'incredibile parete sud della Torre:
Alle spalle, la pala rossa della Punta Figari e a destra la vetta della Rocca Provenzale:
Ora dobbiamo scendere su erba bagnata e rocce delicate e portarci fino a metà della base della Torre, da dove attacca la via.
Lo facciamo legati, l'esposizione è costante e le condizioni ambientali lo richiedono.
Individuiamo l'attacco grazie a una foto dal web, siccome non è presente il cordone blu di cui parla la relazione che abbiamo... c'è però un buon chiodo alla base della via, alla base del camino profondo che caratterizza il primo tiro (IV+ secondo la relazione, ma secondo noi è bene padroneggiare il 5c già qui...):
Sale il Pol, da qui gli lascio il passo volentieri: il tiro è lungo 30 metri e presenta un solo chiodo (o forse è solo una fettuccia attorno a uno spuntone...) e per il resto è difficilmente integrabile... uomo avvisato...
Pol arriva in sosta e trova 3 chiodi abbastanza buoni, che collega così:
Salgo a mia volta, divincolandomi a fatica tra le strette fauci del camino, con lo zaino che dà decisamente fastidio:

Secondo tiro (6a+), il Pol attacca deciso la placca iniziale, poi si porta nella fessura a destra e la percorre fin sotto il grande tetto che la chiude, piazzando un buon friend:
Trova una serie di 3 chiodi e percorre il tetto uscendone a destra, tenendo la lama da sotto, poi si ribalta al di sopra con un passo delicato soprattutto in uscita, fortunatamente sempre ben protetto da altri 2 o 3 chiodi; infine, alcuni passi delicati in traverso a destra conducono ai due chiodi di sosta, che l'amico rinforza con un buon nut, cui collegheremo ancora un terzo chiodo un po' più alto:
Frattanto purtroppo inizia a piovere, in maniera del tutto imprevista...
Salgo a mia volta, bene fino a uscire fuori dal tetto, aiutandomi in qualche modo nel traverso, totalmente in esposizione:
Ci ristabiliamo e aspettiamo un po' per decidere il da farsi... questa parete non è esattamente il miglior posto in cui farsi sorprendere dalla pioggia, lo sappiamo bene...
La pioggia si mantiene leggera, così decidiamo di salire.
Pol attacca lo strapiombo iniziale del terzo tiro (V+), poi sale in opposizione lungo la fessura che si fa strada tra muri e strapiombi, con difficoltà via via calanti, fino a uscire su una cengia, come da relazione, dove trova due chiodi collegati da un cordone bianco:

Qiando salgo io la roccia è già piuttosto bagnata, purtroppo... la quarzite da questo punto di vista è micidiale, sia per la sua natura, sia soprattutto per il lichene che la ricopre, che se in condizioni asciutte non dà fastidio, con il bagnato la rende viscida e saponosa...
Giunti in sosta decidiamo di aspettare, soprattutto per due motivi:
-) ormai le difficoltà maggiori della via sono alle nostre spalle;
-) in pratica ci manca un solo tiro per completare la via, in quanto gli ultimi due sono parte dello Spigolo Fornelli, che abbiamo scalato lo scorso autunno, quindi li abbiamo già percorsi.
Attendiamo una ventina di minuti, ma la pioggia non cessa e la parete ora è realmente bagnata... un paio di tuoni ci convincono infine che è anzi meglio cercare di scendere, prima che le cose peggiorino... Sono le 13,30.
La sosta a cui siamo attaccati ci appare decente, con un rinforzo (un cordone aggiuntivo di collegamento tra i chiodi) potremmo calarci alla sosta S1.
Vediamo però qualche metro a sinistra, leggermente più in basso, addirittura due soste a spit e catena, una delle quali della vicina via Ghost-Buster, quindi cercheremo senz'altro di raggiungerle: traverso prima io, poi l'amico e da lì gettiamo le doppie, accorgendoci addirittura che con un'unica lunga calata nel vuoto da 60 m arriviamo fino all'attacco della via:
Con attenzione, essendo ora tutto ancora più bagnato, rimanendo legati, torniamo alla Forcella Provenzale e da lì con due calate lunghe a terra, che tocchiamo alle 14,30.
Pazienza, ma alla fine va bene così.
Scendiamo il sentiero con pioggerella a tratti, tornando giù abbastanza presto e quasi asciutti.
Alle prossime avventure!

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