martedì 7 agosto 2018

PUNTA GIOFFREDO - ANTICIMA m 2.739: Andrea Noè

Martedì 7 agosto 2018
Io e Simone

Oggi ci regaliamo una bella via in un posto in cui non sono mai stato: la via Andrea Noè (5c   TD-   10L   335 m) all'Anticima di Punta Gioffredo (m 2.739), nei pressi del rifugio Migliorero.
Nel pomeriggio danno rischio temporali, motivo in più per non partire tardi; ritrovo alle 5,00 con Simone, carichiamo la sua auto e via verso la Valle Stura.
Parcheggiamo alla sbarra, ci prepariamo e in breve siamo in cammino; una ventina di minuti e siamo nel grande pianoro in vista del rifugio e della nostra via:
La giornata è splendida, per ora; in giro non c'è nessuno, benissimo. L'ambiente è grandioso e rilassante:
Alle 7,40 transitiamo sotto al rifugio, che tra l'altro è davvero imponente, a fronte del fatto che non vengono serviti pasti agli avventori:
Seguiamo il sentiero, scorgiamo un paio di tende vicino al torrente, da cui stanno saltando fuori proprio ora 3 o 4 ragazzi...
Noi percorriamo i tornanti del sentiero, per abbandonarlo al passo e prendere le sempre odiose pietraie a sinistra, puntando all'evidente sperone su cui corre la parte bassa della nostra via.
Alle 8,30 siamo all'attacco della via, segnato da un bel chiodo:
Alla nostra destra, dall'altra parte della valletta, interessanti speroni di roccia...
Ci leghiamo e parto per il primo tiro (5b), lungo uno speroncino divertente:

Alle nostre spalle, un vero locus amoenus di virgiliana memoria:
Le soste della via per ora sono a chiodi, i tiri sono spittati, curioso:
Simone mi raggiunge, uscendo dall'ombra, da qui in avanti saremo al sole:
Resto davanti per la seconda lunghezza (5c), prima salendo facili placche:
Poi la parete si raddrizza, raggiungo quasi il margine destro:
Salgo vicino allo spigolo fino alla sosta:
L'amico mi segue:
Siamo al terzo tiro (5c), che salgo su una bella placca in diagonale a sinistra, con qualche passo delicato:
Simo sulle mie tracce:

Abbiamo così raggiunto la cima del primo salto e percorriamo ora un lungo tratto su pietraia, fino alla base del salto finale della montagna:

Dopo la camminata, riprendiamo la scalata: salgo la quinta lunghezza (5b), se contiamo il trasferimento come quarto tiro... Bellissima, verticale e ben appigliata, su ottima roccia:

Simo concentrato a far sicura...

Prima di salire a sua volta:
La voglia prevale, l'amico passa davanti per il sesto tiro (5a), salendo lo speroncino che sormonta la sosta:

Il settimo tiro (4c) è quello che mi pone qualche dubbio di progressione; salgo i primi facili risalti, poi devo decidere se prendere deciso lo sperone soprastante o se traversare ancora a sinistra ed aggirarlo:
Alla fine la seconda opzione è quella corretta, anche se mi pare un po' un peccato:
Trovo la sosta e l'amico arriva:
La parete è esposta a est, per cui sta gà andando in ombra.
Salgo l'ottavo tiro (5b), lungo una bellissima placca scura a tacchette:

Laghetti ancora ghiacciati, ad agosto:

Simone torna davanti per la nona lunghezza (5a), sempre in placca, di nuovo emersi al sole:

Chiudo infine le danze con il decimo ed ultimo facile tiro (3c), con una breve placca che forse non meritava un tiro a sè stante:
Ultimi passi anche per l'amico:
Siamo in cima, sono le 12,30, si sta benissimo, per ora nessun segno delle nubi minacciose previste per il pomeriggio; selfie al sole:
Il panorama verso il Re di Pietra:
La vicina Cima del Corborant (m 3010):
Il Becco Alto d'Ischiator (m 2.998):
Dopo aver mangiato e bevuto qualcosa, iniziamo la discesa in doppia:


Un paio di soste fuori via da cercare, ma nessun problema di incastro:
Da lontano, la nostra via:
Scendiamo tranquilli, nessuna traccia dei temuti temporali; mentre scendo, sto già organizzando una scalata impegnativa per domani... ci riposiamo poi da morti!

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