sabato 17 ottobre 2009

ROCCA SBARUA (m 1.100): Cinquetti

Sabato 17 ottobre 2009




Io e Paolino l'Alpino

Le precedenti puntate in Sbarua erano tutte avvenute con meteo incerto, nebbia, freddo: stavolta torniamo col sole, per terminare una delle vie più ripetute del Nord-Ovest e per sfatare l'aura di luogo un po' triste che ci aveva trasmesso le volte scorse.
Freschino, ma un bel sole: ecco come appare la Rocca Sbarua (m 1.100) lungo il sentiero che dall'abitato di Dairino conduce al nuovo Rifugio Melano:
Il Re di Pietra veglia su di noi:

L'impressionante parete sud del settore Placche Gialle:

C'è molta gente, compresi corsi CAI di Monza da 40 persone e, incredibilmente... il rifugio è ancora chiuso!!!
Veramente scandaloso, non immaginavamo assolutamente che dopo anni ancora non avessero aperto il nuovo rifugio, l'ex Casa Canada di Torino 2006...
Roba da far venire il Gabibbo...
Proseguiamo oltre il rifugio, superando la moltitudine dei corsi, in direzione di una via che abbiamo percorso in parte, in passato, e che vorremmo completare: la famosa Cinquetti (5b 7L 200 m).
Quando arriviamo all'attacco, però, purtroppo troviamo già una fila scoraggiante: ben 6 persone davanti a noi...
Decidiamo allora di andare a cercare la Cresta dei Maya, una via situata ai margini estremi della Sbarua, presumibilmente lontano dall'alta frequentazione delle masse.
Il problema è che ravaniamo nel bosco per un po' e non la troviamo...
Decidiamo di tornare all'attacco della Cinquetti, ormai saranno partiti tutti, è mezzogiorno.

La via si è appena liberata, possiamo salire:

Parto io per il primo tiro (4b), prima facilmente lungo uno sperone, poi in placca, con traversino a sinistra un pochino delicato; un muretto conduce alla comoda sosta:

Da qui, Paolino prosegue lungo un diedro (5a), poi supera uno sperone e raggiunge un'altra comodissima sosta:

Lo raggiungo e scalo il terzo tiro, facile e poco interessante (3c):

Paolino mi raggiunge:

Da questa comoda sosta, Paolino attacca il quarto tiro (5a): prima una bellissima dulfer lungo un diedro aperto:

Poi belle placche salendo in diagonale verso destra:

Sempre emozionante imbattersi nei cimeli del periodo eroico:

Parto per la quinta lunghezza (secondo me 5c), innalzandomi di qualche metro in placca:

Guadagno centimentri alzandomi in apaccata, poi un accenno di diedrino conduce verso sinistra:

Si tratta di infilarsi nel fondo del diedro, a sinistra, dove la roccia è umida e scivolosa; cerco per un po' di passare diversamente, rimanendo sulla placca di roccia più sana, ma è veramente povera di appigli, così alla fine esco con un bel passo di artificiale:

Supero senza problemi la placca superiore ed il delicato traverso a destra; oltre lo spigolo, ecco la sosta, da dove assicuro la salita di Paolino:

Paolino si infila nel fondo del diedro e ne viene fuori:

Dalla comoda sosta, Paolino attacca il sesto tiro (4c): prima un pronunciato strapiombo, fortunatamente fornito di buone prese e di albero provvidenziale:
Poi si esce su un pilastrino in aderenza:
Il settimo tiro (4a) è un unico, continuo traverso verso destra, in orizzontale:
Presenta solo un passaggio un po' più delicato, per il resto è una bel viaggetto in totale esposizione sul vuoto:

La via percorsa fino a qui:

L'ottavo ed ultimo tiro (5c) è molto divertente: prima una placca, eventualmente con l'aiuto di una grossa scaglia a destra:

poi una serie di dulfer per superare un lungo diedro:

Siamo fuori, mi riposo sulla placca di granito che sovrasta la via:

Un istruttore del corso CAI di Monza ci fa una bella foto all'uscita della via:
Finisce una bella giornata su granito, che ci fa rivalutare molto la Sbarua, a parte questioni logistiche (sentiero di discesa e soprattutto il rifugio ancora chiuso...) irrisolte.

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