Io e Paolino l'Alpino
La prima, vera giornata di primavera: sole splendido, temperatura oltre i 20° C.
Dopo un avvicinamento di mezz'oretta, siamo all'attacco della via Brik (5c 250 m), via storica della zona, che percorre la parte bassa del Dente Orientale. L'idea è di concatenarla con lo Spigolo Sud (4c 190 m), per avere uno sviluppo totale di 460 m.
Il primo tiro (3b) ci fa capire che la via è da prendere con le molle: infatti, si vede solo un vecchio chiodo a metà del diedro verticale e nient'altro... Inoltre, per carità, nulla di difficile, ma si vede subito che quello non è senz'altro un terzo grado...
Parto io, supero il diedro, poi traverso a sinistra, dove trovo un punto di riposo; riparto in placca, facile ma senza alcun chiodo, fino a quando piazzo un buon nut sotto una lama, dopo aver percorso una ventina di metri.
Più su rinvio un cordone al tronco di una betulla, poi proseguo lungo un accenno di cengia obliqua, che termina sotto uno strapiombo percorso da una evidente e larga fessura.
Prima del passaggio in fessura, trovo un chiodo, poi salgo, dopo qualche tentennamento, dal momento che al di sopra la parete prosegue, ma chiodi non se ne vedono più...
Fortunatamente, sopra la via diviene più facile, sebbene effettivamente non vi siano più protezioni... La sosta è buona, due spit e un cordone decente. Recupero Paolino, che è già a dir poco perplesso... Il tiro è lungo quasi 60 m, le corde tirano e francamente la gradazione è ridicola... secondo me è almeno 5a.
Altro aspetto poco gradevole: un bel trasferimento a piedi, sempre antipatico.
Arriviamo sotto una parete verticale (5a), al di sopra di un piccolo strapiombo iniziale. Paolino si prepara, studia la parete, ma si vede un solo chiodo, posto bello in alto...
"Cadendo da lì sopra, prima di arrivare al chiodo, come minimo si finisce in sedia a rotelle"; in effetti, è vero...
Paolino fa prevalere lo spirito di conservazione...
Così, provo io: riprendo il materiale (anche se c'è poco da scambiarsi, visto che di rinvii ne servono ben pochi, purtroppo!) e salgo in placca; traverso a destra, molto delicatamente, tenendo una discreta fessura orizzontale con le mani.
Alla fine del traverso, trovo un insperato chiodo, vecchissimo, lo rinvio e salgo al di sopra, con passo faticoso: tensione massima e relativo sovra-sforzo...
Rinvio il chiodo che vedevamo dal basso, che si trova molto spostato alla mia sinistra, così allungo il rinvio; poi scalo una fessura verticale, dapprima tenendo una tacchetta, poi in dulfer, quando la fessura si allarga. Al di sopra, una cengetta mi offre un punto di riposo; traverso leggermente a sinistra, mi allungo ad afferrare una lama e la tengo ritraversando a destra, fino ad uscire dalla placca per ergermi al di sopra della parete.
Non trovo alcuna sosta, così mi allontano qualche passo e la predispongo su una betulla, da cui recupero Paolino, sempre più perplesso e tutt'altro che entusiasta.
Altro trasferimento, stavolta più lungo e complesso, seguendo bolli di vernice rossa.
Arriviamo all'attacco di una parete alta un centinaio di metri: il morale è basso, verifichiamo se la chiodatura migliora e compaiono gli agognati spit (la relazione parla di chiodatura RS2, quindi chiodi+spit)... Niente, solo rari chiodi.
Siccome il tiro sulla carta più duro (5c) deve ancora venire e si trova a metà di quella grande parete un po' strapiombante, ci guardiamo e facciamo dietro-front...
L'idea è quella di andare all'attacco dello Spigolo Sud della parte alta del Dente Orientale, by-passando buona parte del concatenamento di 460 m.
La discesa nel bosco, a fianco della via, non è agevole, ma è già tanto che sia possibile.
Alla base, gironzoliamo in lungo e in largo la vallata, ma poi ci rendiamo conto che ci vorrebbe troppo tempo, anche perchè, tra difficoltà e tentennamenti vari, sono già le 13,30...
Optiamo per il "piano B": McDonald's a Pinerolo!
2 commenti:
Bella e utile spiegazione, bravi!
L'unica pecca... Mc Donald! :-)
Che tristezza che abbiate schifato così una via storica dove persiste ancora un pizzico di avventura... mi piacerebbe riaccompagnarvi sulla via e mostrarvi il gioco che vi siete persi in quest'isola di wilderness che per fortuna resiste ancora all'antropizzazione delle pareti della vicina e gemella Rocca Sbarua!
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