lunedì 22 luglio 2019

CORNO STELLA (m 3.050): Sinfonia d’Autunno + Il Barone Rampante

Lunedì 22 luglio 2019
Io e Bruno

Siamo in periodo vacanziero, il meteo è splendido... dai Bruno, prendiamoci questo lunedì di ferie e voliamo al Corno!!!
Obiettivo Il Barone Rampante (6b   TD   6L   200 m), cui arriveremo salendo una via sullo zoccolo del Corno Stella (m 3.050).
Sveglia alle 4,20.
Preparo la roba, salto in macchina e alle 5,30 ci ritroviamo a San Sebastiano.
Via verso la Valle Gesso, parcheggio al Gias delle Mosche (m 1.600), ci prepariamo e via lungo il ben noto sentiero fino al Rifugio Bozano (m 2.453); un saluto a Marco, la sua mitologica crostata ai marroni, poi si va verso la parete, da soli.
Alle 7,50 siamo all'attacco dello zoccolo del Corno, grazie al super lavoro degli operai forestali che hanno praticamente lastricato la via di accesso alla parete.
Uno sguardo indietro al rifugio:
Ed eccola... una delle pareti che noi cuneesi abbiamo nel cuore...
La scelta della prima via cade su Sinfonia d'Autunno (5b   D+   5L   240 m), bella via recentemente richiodata, che supera con astuzia e logica i grandi strapiombi che tagliano la parte bassa della parete:
Sono le 8,15 quando attacco le placche levigate di gneiss granitico della parete:
Il primo tiro (5b) propone una magnifica placca verticale, finemente lavorata, che costringe subito a tenere le antenne alzate e dà un discreto benvenuto.
Salgo in verticale una dozzina di metri, poi inizio una progressione particolare verso sinistra, prima in diagonale, poi in più deciso traverso, fino a una serie di passi più facili e in sosta (2 spit nuovi da collegare); poco dopo ecco Bruno sulle mie tracce:
Decidiamo che questa prima via la tirerò io, per dar modo all'amico di sfogarsi maggiormente su Barone Rampante.
Il secondo tiro (5c) mi vede scalare uno splendido muro verticale, caratterizzato dalle celebri vaschette del granito del Corno:
Più in alto la via si divide in due: un po' per maggior logica, un po' per risparmiare tempo e conservare le energie per dopo, seguo il diedro a sinistra, mi ribalto sulla parete di sinistra e proseguo a salire fino alla fine delle corde, ho finito i rinvii e all'ultimo spit metto un moschettone... Non trovo la sosta S3, ma mi fermo a uno spit, che integro con un friend, e dove recupero l'amico:
Mentre salgo il tiro, dall'alto piomba un blocco di pietra di dimensioni ragguardevoli, che fortunatamente non ci colpisce, ma va a sciantarsi proprio dove siamo passati traversando il primo tiro.
Il terzo tiro (5b) è molto interessante: salgo in placca fino ad una fascia strapiombante, che supero con qualche passo delicato, per poi proseguire su belle placche fino in sosta:

Bruno sale a sua volta:
Riparto per il quarto tiro (4c), salendo senza percorso obbligato lungo placche appoggiate e bei pilastri più verticali, non difficili, fino alla sosta di uscita dalla via, seguito a breve da Bruno:
Ecco intanto chi dobbiamo ringraziare per la caduta sassi di poco fa, un gruppo di stambecchi tanto magnifici quanto dispettosi:
Sono le 10,30 quando finimo la prima via in programma oggi.
Ci sleghiamo e raggiungiamo arrampicando sul facile fino alla grande cengia mediana, che saliamo poi verso destra fino a sbucare in cima allo sperone che la solca; da qui ci caliamo di pochi metri, poi traversiamo a destra fino all'attacco della via, a pochi metri da dove mi trovavo un mese fa...
Barone Rampante attacca in comune con Opinioni di un Clown.
Bruno passa davanti e alle 10,50 attacca il primo tiro della via (6a), lungo una splendida placca lavorata, chiodata in maniera abbastanza essenziale:
Il tiro è lungo 50 m. Salgo a mia volta e subito si sente che la musica è cambiata... ma la roccia è di una bellezza commovente...
Bruno rimane davanti per la seconda lunghezza (6b), scalando la delicata placca chiara che sormonta la sosta:
Dopo la placca ci aspetta un tetto bello prominente...
Bruno lo affronta con decisione, ribaltandosi al di sopra:
Il problema dei tetti tosti, come sempre, è la penuria di prese in uscita... l'impostazione è incoraggiante, su buone prese, il bello viene in uscita:
Al di sopra del tetto percorre una placca, poi la parete si impenna ancora; Bruno opta per non fermarsi alla sosta posta dopo 20 m e prosegue concatenando il terzo tiro (6a+): scala il muro appena a destra della sosta, poi un delicato traversino a sinistra lo conduce a un'altra parete, da salire sfruttando un diedro rossastro, per sostare su un esile terrazzino, dopo altri 20 m:
La mia salita in libera pulita della via se ne va... l'uscita del tetto mi costringe a un paio di resting.
Frattanto, a nostra insaputa, una ragazza sta seguendo le nostre evoluzioni dalla terrazza del rifugio e il giorno dopo mi invierà una serie di splendide foto, per cui la ringrazio tantissimo.
Nella seguente, eccomi impegnato proprio a superare l'ostico tetto di L2:
Quarta lunghezza (6b): al di sopra della sosta ci aspetta una placca verticale bella tosta, seguita da uno spigolo e da un muro finale, con uscira a sinistra:
Il nostro tiro sempre seguito anche da lontano:
Quinta lunghezza (6a+): Bruno sale la placca verticale, poi traversa leggermente a sinistra e prosegue lungo un altro muro compatto:

Pochi metri prima dell'uscita, un impegnativo muro con uscita totalmente liscia con un passo a sinistra, a scavalcare la mitica vena di quarzo, seguendo la quale a sinistra troviamo la sosta:
Impiego un buon quarto d'ora a superare quello che rappresenta uno dei passi chiave della via, piuttosto obbligato e in traverso:
Attenzione ai ripetitori: la sosta cui si arriva direttamente è quella di Esprit Libre, a sua volta in comune con Alitalia 80; la nostra sosta corretta è qualche metro a sinistra, in cengia.
Siamo all'ultimo tiro (6a, ma secondo noi ci sta almeno un 6a+, sarà la stanchezza...): Bruno parte per una cavalcata lunga 50 metri, tiro in comune con Opinioni di un Clown; una infinita serie di placche, brevi strapiombi, pilastrini e diedri, per uscire più facilmente in cengia:

Il mio arrivo in sosta, abbastanza stanco:
Lo stra-meritato selfie a fine via:
Sono le 14,30, tempismo perfetto.
Ci risparmiamo la scarpinata lungo il plateau sommitale fino alla croce di vetta, già toccata innumerevoli volte, e iniziamo le doppie lungo la via di salita, soffermandoci ancora ad aamirarne la qualità della roccia da urlo.
Le calate in doppia non ci riservano alcun problema e, tornati al rifugio, un'altra crostata è di rigore.
Poi salutiamo tutti e scendiamo a valle, volgendoci come sempre innumerevoli volte a rimirare la splendida parete sud-ovest:
Anche questa pietra miliare dell'arrampicata cuneese è in archivio: onestamente, la via merita tutta la sua fama, veramente splendida...
Con Bruno sempre solo vie di alta qualità e classe...

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