venerdì 26 luglio 2019

ROCCA CLARI' (m 2.051): Super Calcaire

Venerdì 26 luglio 2019
Io e il Pol

Ancora provati dalla fatica e dai rischi corsi sulla roccia marcia della Punta Tino Prato due giorni fa... eccoci già di nuovo in pista, vittie di questa droga magnifica!
Di nuovo col Pol, stavolta all'ombra, su una via chiodata a spit, su una parete di roccia solida e ottima, la Rocca Clarì (m 2.051), per salire la via Super Calcaire (6b   TD   10L   300 m), via che guardo da anni passando sulla strada che sale da Cesana a Clavière...
Finalmente arriva la volta buona di scalarla: nel pomeriggio danno temporali forti, l'avvicinamento è breve (40'), la via è attrezzata per eventuale discesa in doppia, ne parlano tutti bene e c'è la firma di Fiorenzo Michelin, una garanzia di qualità.
Ritrovo alle 6 al casello di Carmagnola, poi guido io fino a Cesana, visto che il socio è reduce dal turno di notte...
Parcheggiamo al ponte sulla Piccola Dora, ci prepariamo e via, seguendo i segni blu saliamo un canale poco simpatico (forse meglio fare la ferrata, come suggeriscono alcuni...), fino ad incrociare la traccia di sentiero e, verso sinistra a mezza costa, seguire ancora i segni blu. Strada facendo, incontriamo anche residuati bellici inquietanti:
Poco dopo, eccoci all'attacco della via, in perfetto orario come previsto.
Siamo i soli, benissimo.
La temperatura è ottima, qua all'ombra.
L'ultimo tratto di avvicinamento, sotto di noi:
Alle 8,30 attacco il primo tiro (4+), una placca da salire in diagonale verso sinistra, prima di sostare su un albero, come per molte delle soste della via:
Pol segue:
La sosta:
Salgo il secondo tiro (5c), prima placche più facili, poi un bel muro verticale:

Sosta ancora su albero; la roccia è un calcare davvero ottimo, compatto e con grip gaganrito.
Faccio sicura addirittura da seduto all'amico, che intanto passa avanti:
la terza lunghezza (6a) presenta un muro verticale inframezzato da uno strapiombo più marcato, da salire di forza:

Quarto tiro (6a+): Pol sale i muri compatti successivi, con alcuni passi delicati, bellissimi:
La quinta lunghezza (5c) è splendida: in diagonale facilmente per i primi metri a sinistra, poi su diritto, dopo aver superato un fessurone:
Un paio di tettini ed ecco la sosta:
Faccio salire il socio:

Sesto tiro (6b), tiro chiave: Pol sale i primi metri in aderenza, poi lo spalmo è portato al massimo in un paio di passi aleatori, prima di ritrovare qualche appoggio e dare riposo ai polpacci:
Il tiro sale sempre dritto, con uscita leggermente a destra in cengia:



Magnifico:
Pol resta davanti per l'ottavo tiro (6a+), su diritto in placca, per il tiro secondo me più bello di tutta la via:

Torno avanti nell'ottavo tiro (5c), dove dopo i primi metri mi imbatto in uno strapiombo che mi fa sudare (e dannare... e ingegnare) parecchio:
Pol mi raggiunge:
Nona e penultima lunghezza (5c): sulla sinistra a superare un primo tratto strapiombante, su buone prese, poi mi innalzo lungo una magnifica placca incisa da una fessura, via via più articolata, fino alla grande cengia di sosta:
Un ultimo breve e facile tiro (4) mi porta in cima alla Rocca, dove assicuro l'amico con l'ancoraggio della via ferrata, che termina lì dopo averci accompagnato parallela per buona parte della via, con tanto di curiosi che, salendola, si fermavano ad osservarci impegnati nei tratti più impegnativi.
Sono le 13,20.
Selfie di vetta:
La discesa si svolge tranquilla: dalla sommità seguiamo le tracce di sentiero, fino all'arrivo della seggiovia; da qui scendiamo dritto per dritto lungo i piloni della stessa, fino a un ponte metallico sul torrente, dopo il quale prendiamo a destra, per affacciarci sul famoso ponte tibetano, che sostengono essere il più lungo al mondo:
Ne superiamo l'imbocco, scendendo fino ai tratti attrezzati lungo il torrente stesso, passerelle e ponti divertenti, un bel posto.
Giungiamo infine al parcheggio, dove ci ristoriamo un attimo prima di ripartire alla volta di casa, dove purtroppo sarò accolto da una terribile notizia...

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