venerdì 13 luglio 2018

PUNTA INNOMINATA (m 2.770): Colbacco

Venerdì 13 luglio 2018
Io e il Pol

Primo giorno di ferie, si scala in zona Rifugio Bozano, come sempre è un gran piacere!
Ritrovo col Pol, che propone di salire la via Colbacco (6b   TD+   8L   250 m) a Punta Innominata (m 2.770), via non recentissima aperta dal binomio di ferro Massimo Piras - Guido Ghigo (i Vecchi Lupi!) e recentemente richiodata dagli amici Bergese e Ghibaudo.
Nominare una cima Punta Innominata è sempre un divertente ossimoro...
Il mitico Guido Ghigo mi ha fatto sapere il giorno dopo la salita che il nome originale della via sarebbe Coldbacco, per la precisione. A proposito, complimenti a chi saliva questa via prima della richiodatura! Non molti, per la verità, ma si può ben capire il perchè...
Partenzaalle 6,00, il Fortissimo ha fatto la notte e vogliamo fargli dormire almeno 3 o 4 ore???
Ritrovo da Mario, colazione e via, guido io alla volta della Valle Gesso.
Parcheggio al Gias delle Mosche, dove troviamo 3 o 4 auto, già tanto, essendo venerdì.
RedBull al fresco nel torrente e via, saliamo agili su per il sentiero percorso già n volte, sempre divertente.
Dopo una ventina di minuti, eccoci in vista del Corno Stella (m 3.050) e degli speroni ovest dell'Argentera (m 3.297), le cui condizioni sono decisamente migliorate rispetto a non molti giorni fa:
Poco dopo siamo al rifugio, che raggiungiamo in 1h 15', accolti dal mitico Marco e dalla sua leggendaria crostata di castagne, imperdibile.
Il meteo è spettacolare; il Corno presenta molta neve alla base, tanto che Marco ha dovuto piazzare anche qualche corda fissa per agevolare la salita alle vie; se penso che un anno fa abbiamo scalato tranquillamente nel mese di maggio, le differenze sono sensibili:
Dopo la (seconda) colazione, saliamo all'attacco della via, che troviamo praticamente subito:
Sono circa le 9,40.
La via attacca con un primo tiro morbido, di riscaldamento (4c), che sale lo zoccolo lungo placche e muretti divertenti:
Parto io davanti:
Segue il Pol:
La seconda lunghezza (6a) propone una partenza da interpretare, poi una serie di placche su roccia magnifica:
Infine un'uscita con breve strapiombo e muro delicato, prima della sosta posizionata dopo 36 m di cavalcata, con 6 spit:
Per tutta la via il criterio sarà questo: chiodatura impeccabile come qualità e posizionamento, ma mantenendo la distanza originale tra i punti, per cui diciamo che "non si inciampa" nelle protezioni.
Il Pol mi raggiunge, frattanto:

Ora siamo al sole, mentre il Pol passa davanti per il terzo tiro (6a), che apre con uno strapiombo:
Una serie di diedrini piuttosto delicati, poi ancora strapiombi ed un traversino finale a destra, fino alla sosta. Poco dopo eccomi impegnato:
Quarta lunghezza (6a+), il Pol vince un evidente strapiombo iniziale, poi uno splendido muro a tacche di roccia rossastra:
Lo splendido muro, poi un ulteriore strapiombo conduce in sosta:

Quinta lunghezza (6a): una placca liscia in verticale, poi un curioso e delicato traverso orizzontale a destra, fino alla sosta in una nicchia:

Il tanto temuto sesto tiro (6b): Pol attacca con la giusta decisione (ne serve parecchia) la fessura-diedro fortemente aggettante che sovrasta la sosta, prima con le mani in fessura, poi allargandosi e aprendosi in opposizione:
Più in alto si rinvia un cordino decisamente marcio, passato nell'occhiello di un chiodo datato (ma sembra solido, al contrario del cordino...), poi ci si porta sulla faccia destra del diedro, per salire un muro fantastico:
Infine, la sosta, dove arrivo anch'io dopo essere uscito in qualche modo dal diedro strapiombante:

Settimo tiro (5c), torno davanti per salire un muro verticale in placca, con una partenza da studiare:
Due soli spit in 20 metri, serve decisione:
Il Pol segue a ruota:
Siamo all'ultimo tiro di una via bellissima, varia, mai banale nemmeno per un paio di metri e sempre su roccia magnifica.
Ottava lunghezza (6a+) dunque, su diritto per splendidi muri che portano ad un netto strapiombo:
Faticoso e ostico quanto basta, ma non per il Pol:
Chiudono il discorso una serie di diedri e fessurine, fino al comodo ballatoio dove finisce la via. Io sono già stato in vetta all'Innominata, al Pol non interessa, quindi scendiamo, dopo l'immancabile selfie con rifugio come sfondo:
Un'occhiata al Corno Stella, il nostro splendido vicino:
Sono le 14,20.
Optiamo per una discesa in doppia con una sola corda, facendo tutte le calate, saltando solo S1 per piombare a terra sugli zaini.
Poi sgranocchiamo qualcosa e giù per la pietraia fino al rifugio, da dove possiamo volgere lo sguardo alla via salita, ora in pieno sole:
Un saluto a Marco, che non manca di darci qualche consiglio per altre vie un po' alternative in zona, un ultimo sguardo al Corno, poi si scende:
La discesa sarà rapidissima, 45' all'auto, poi a casa.
Alle prossime avventure!

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