mercoledì 30 agosto 2017

MONVISO (m 3.841) - Pilastro E-N-E: Michelin-Bocco

Mercoledì 30 agosto 2017
Io e il Pol

La calura estiva pare volgere al termine, così ne approfittiamo per un'ulteriore salita in ambiente che anticipi l'abbassamento termico.
L'input viene dal Pol: Michelin-Bocco (5c   TD-   11L   400 m) al Pilastro E-N-E del Monviso (m 3.841)!
Io metto subito sull'avviso i soci, visto che lo stesso Fiorenzo Michelin mi aveva parlato di via pericolosa per via delle continue scariche di pietre...
Approfondendo il discorso, però, emerge che i pericoli seri in realtà riguardano la parte che prosegue su terrain aventure dalla cima del pilastro fino alla vetta del Viso e che la via di per sè ha pienissima dignità di essere salita anche senza andare a cercarsi rogne più in alto.
Ok, il dado è tratto, si va!
Ritrovo alle 4,30 a Saluzzo, puntuali.
Primo inconveniente: non troviamo nemmeno un bar aperto per un caffè... così la mia proverbiale colazione on the road va a farsi benedire...
Alle 5,15 parcheggio a Pian del Re (m 2.020), nel buio più totale, niente luna.
Ci prepariamo, siamo armati fino ai denti di nut, friend, martello, chiodi e cordoni da abbandono: oltre a quel che sappiamo della via, nessuno va mai a ripeterla e non si sa mai quale sorpresa potremmo trovare lungo la via...
Ci mettiamo in cammino alle 5,30 alla luce delle pile frontali, al fresco si cammina benissimo.
Più tardi, poco dopo le 6,20, salendo lungo il sentiero al di sopra del Lago Chiaretto, ecco finalmente l'alba, spettacolare:
Nel pieno della lunga pietraia che attraversa tra il Viso e il Viso Mozzo, poco prima di giungere al Colle di Viso, ci volgiamo a destra ed ecco lo Sperone E-N-E, che ci accoglie con continue roboanti scariche di pietre lungo i canali a destra e sinistra, con il percorso che ci aspetta:
Ci avviciniamo al pilastro, a sorpresa eccolo il nevaietto che resta nascosto fin quando non sei molto vicino... neve dura come il marmo, fortunatamente aggirabile in alto traversando un pendio detritico a dir poco antipatico, ma nulla di che.
Sono le 8,00 quando ci leghiamo e il Pol attacca il fessurone subito strapiombante della prima lunghezza (5c):
In corrispondenza dell'attacco c'è un cordone arancio, a circa 3 metri da terra.
La fessura è larga e con bordi arrotondati, in tutto il tiro c'è un solo spit a 20 m di altezza, alla faccia di chi scriveva di portare frined medio-piccoli... Qui serve invece qualche 5-6 BD, per star tranquilli:
Il Pol arriva in sosta, su comodo terrazzino sulla destra del fessurone, poi tocca a me:
Splende il sole, si sta benissimo, la roccia è ottima, insomma tutto ok!
Procediamo a tiri alterni, vado avanti per il secondo tiro (IV+), attaccando il diedro a destra della sosta:
Procedo lunga una divertente successione di diedri verticali, con un passo strapiombante ben appigliato, fino alla sosta da collegare (spit e cordone), in diagonale a destra, dopo circa 25 m:
La sosta:
Pol segue e mi raggiunge in sosta:
Prosegue quindi per la terza lunghezza (5b), salendo in verticale fino ad un breve strapiombo, poi raggiunge un camino verticale, per uscirne in sosta su terrazzino comodo:
Proseguo lungo la quarta lunghezza (IV), con qualche passo iniziale, per poi salire facilmente lungo risalti in parte erbosi; non salire a destra verso il diedro, ma leggermente a sinistra, fino alla base di un diedro verticale con sosta su cordone attorno a un blocco incastrato:
Il quinto tiro (5c) sale il diedro verticale con profonda fessura sul fondo, a sinistra del pilastro, con passi quasi sempre in spaccata:
La sosta è in cima al pilastro, dove raggiungo l'amico, con grande divertimento:
Sesto tiro (5b): attacco la parete verticale, molto divertente, poi la parete si abbatte e diventa decisamente articolata, lungo lo sperone, fino alla sosta dopo 50 m:
Il Pol segue, al sole:
Alla nostra destra, i satelliti del Viso con ben visibile (cerchio rosso) il Rifugio Giacoletti:
Non sono moltissimi i posti da cui vedere contemporaneamente il Quintino Sella e il Giacoletti.
La sosta, con chiodo e fittone collegati:
Il settimo tiro (II+) è una passeggiata di oltre 50 m per facili risalti, fino alla sosta su un solo fittone resinato:
Torno davanti per l'ottava lunghezza (IV+), in placca, per portarmi alla base di un grande diedro, dopo 25 m molto divertenti:

L'amico mi raggiunge:
La nona lunghezza (5c) è splendida: Pol si porta al primo chiodo stando sulla placca a sinistra del fessurone che incide la parete, poi si porta a destra, con un paio di prese da tirare con attenzione:
Un passo delicato per arrivare a rinviare un altro chiodo, poi l'uscita leggermente a sinistra, fino alla sosta:
Siamo già al decimo tiro, quando le lunghezze scivolano via tutte varie e divertenti vuol dire che la via ti sta piacendo parecchio!
Salgo la placca a destra della sosta, che poi si raddrizza (V), su roccia ottima:
Ne esco leggermente a destra, su un terrazzino comodo e logico, dove trovo un fittone e un cordino in una clessidra:
Ultimo tiro, il Pol sale il muretto che sovrasta la sosta (passi di IV), poi via via più facilmente fino alla cima del pilastro:
Mancano 10 minuti a mezzogiorno quando scattiamo il selfie in cima allo sperone, con i laghi del Viso alle spalle:
L'ometto in vima al pilastro, sopra la sosta di calata (su un solo fittone):
Il terreno al di sopra si fa piuttosto poco invitante, come dice la relazione è possibile traversare il canalone detritico (sottoposto a continue scariche di pietre, come abbiamo visto e sentito noi) e proseguire con difficoltà fino al 6b, senza alcuna attrezzatura, in cerca di fortuna, fino al Torrione Saint Robert:
La discesa in doppia si svolge senza intoppi, salvoche per L9, dove come previsto scendendo per primo puntualmente la corda finisce per incastrarsi nel fessurone, in corrispondenza dei massi incastrati che lo interrompono in un paio di punti...
Il Pol risale una decina di metri, fino al chiodo, risolve la situazione e lo calo facendo moulinette nell'occhiello del chiodo, senza lasciare materiale.
In conclusione, una via che a noi è parsa bellissima, divertente, su roccia ottima, ambiente impagabile:

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