mercoledì 15 aprile 2015

VISO MOZZO (m 3.019): Normale invernale

Mercoledì 15 aprile 2015
Io e Paolino l'Alpino

Quando ci vuole, ci vuole...
Nell'ultimo periodo sono stato rapito dal lavoro giorno e notte, festività comprese, così oggi mi regalo una giornata di spina staccata e quale modo migliore di farlo, se non andando in montagna?
In realtà la mia intenzione è di aprire le danze in Castello-Provenzale, con una scalata su roccia in ambiente per inaugurare la stagione vera 2015.
Non trovo soci disposti ad arrampicare lassù in questo periodo e in un giorno feriale, così la scelta cade su una salita su neve con l'Alpino.
La meta è il Viso Mozzo (m 3.019), in una giornata dal meteo spaziale da vivere al cospetto del Re di Pietra, il Monviso (m 3.841).
La partenza non è troppo mattiniera, anche se lo zero termico è decisamente alto, a 3.200 m.
In ogni caso, pur essendo giorno feriale, al parcheggio al Pian della Regina (m 1.714) siamo tutt'altro che soli...
Il colpo d'occhio è già magnifico:
Ci prepariamo: Paolino salirà con gli sci, mentre io carico le racchette da neve in spalla e, quasi subito, calzo i ramponi, dopo molti mesi:
Di fronte a noi la nostra meta, che appare piuttosto lontana dai primi pendii:
Saliamo i primi pendii, a tratti già belli ripidi, dove la neve sembra portare bene il mio peso.
Poco prima del Lago Chiaretto la vista si apre totalmente sul Viso e sul Visolotto (m 3.348), una delle mie montagne preferite:
Paolino l'Alpino è nel suo ambiente naturale, niente da dire:
Salendo facciamo programmi, come sempre: oltre al Visolotto, alla sua destra, un'altra piccola cima dimenticata: la Punta Due Dita (m 3.147):
Ma ora occhi puntati alla meta di oggi: dato il mio scarso allenamento su questo terreno, temo ci sarà da soffrire:
Risalendo le morene che conducono sotto la parete ovest del Viso Mozzo, ecco il Bivacco Villata  (m 2.680) sotto il Visolotto, punto di partenza per le vie sulla nord e nord-ovest del Monviso:
Cadreghe di Viso e Visolotto, scenario grandioso:
Con i ramponi salgo dritto per dritto, mentre gli sciatori, Paolino compreso, operano qualche largo zig-zag:
Salgo entrando nel cono d'ombra del Viso Mozzo: bene, la neve sarà ancora dura per un po', rientrando in ombra:
Ambiente:
Eccomi al cospetto delle pareti:
Come sempre, è il Visolotto che cattura la mia attenzione:
Anche il lungo pianoro che conduce al Colle di Viso (m 2.650) mi regala neve portante, sotto un sole spietato:
Ci volgiamo ora a sinistra, per risalire la lunga parete sud-ovest del Mozzo, dopo una breve sosta ristoratrice:
Alle nostre spalle, il Canale Barracco e, al centro, Punta Sella (m 3.443), teatro di una delle mie scalate più belle lungo la via Manera-Fulgenzi:
Salendo si apre in tutta la sua grandezza la parete est del Monviso, solcata da sinistra a destra dalla magnifica Cresta Est:
Paolino mi precede lungo l'infinito pendio che ci condurrà in cima al Mozzo:
La giornata è stellare, tersa; ora siamo in cresta:
Raggiungo la cresta anch'io, in uno scenario himalayano:
Dovrebbe mancare poco, ma come spesso accade la croce di vetta non si vede mai... peraltro quando ero stato qui anni fa la visibilità era nulla.
Continuo a portare a spasso le racchette ed il loro peso tutt'altro che trascurabile... ormai è chiaro che non le userò, almeno in salita:
Verso le 11,30 eccomi in cima, dove Paolino mi ha preceduto di un paio di minuti:
Sbrighiamo subito le foto di rito:
Un occhio sempre al Visolotto:
Spettacolo: questa è la vista mentre facciamo uno spuntino in cima:
Il Visolotto:
Dopo una lunga sosta, è ora di rientrare: io sempre ramponi ai piedi, Paolino disegnando curve:

Sotto di noi, il Rifugio Quintino Sella (m 2.640), vicino al Lago Grande di Viso, ghiacciato:
Ora sprofondo a tratti fino alla vita, ma in discesa ci sta...
Infatti la parete ora è irraggiata in pieno da un sole caldissimo:
Anche lungo il falsopiano sorprendentemente la neve regge e proseguo con i ramponi:

Devo ammettere che c'è ancora molta neve in zona, ma speriamo che questo caldo faccia il suo dovere e mi restituisca presto la montagna in versione estiva, con roccia asciutta e calda anche in alta quota!
Ancora uno sguardo (e un arrivederci) al Visolotto, poi ci lanciamo dritto per dritto lungo i pendii:
Paolino con alle spalle la vetta visitata poco prima:


Grande giornata in alta montagna: ci voleva proprio!

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