sabato 15 giugno 2013

FALESIA di RIO MATTO (m 1.600): Sperone Lupis + Fuori Tempo

Sabato 15 giugno 2012

Io e Paolino l'Alpino

Giornata molto particolare: gli obiettivi erano altri, ma impegni famigliari mi impongono un ritorno a casa in orari consoni.
Il buon Paolino è comprensivo e la sera prima ci mettiamo a cercare soluzioni alternative, rimanendo in zona.
La scelta cade sulla Falesia di Rio Matto (m 1.600), sulle pendici del Monte Matto (m 3.080), la struttura che guardavamo già sabato scorso dal basso.
Partiamo alle 5,30 e prima delle 7,00 siamo al parcheggio, da dove vediamo la parete, quella più in alto, al centro della foto:
La giornata è radiosa, anche se si annuncia rischio di temporale nel pomeriggio.
Iniziamo quello che abbiamo già intuito essere un avvicinamento molto disagevole, dato per 45' sulla guida, ma praticamente dimenticato dal mondo e ormai inghiottito da vegetazione e rovi...
Riusciamo a seguire la traccia, prima molto vaga, poi più evidente nel bosco; quando ne usciamo, superiamo una passerella in legno scricchiolante ed attacchiamo uno sperone roccioso:
Da qui in poi sarà un supplizio: ci aspetta un pendio inerbito ripidissimo, dove per stare in piedi dobbiamo aggrapparci ai ciuffi d'erba...
Ad un certo punto non sappiamo dove salire, non ci sono tracce, così vado in avanscoperta a sinistra, traversando una parete rocciosa molto infida, rocce rivolte verso il basso, spesso bagnate e molto esposte...
Alla fine, dopo una serie di gesti non da poco, riesco a tornare a destra, dove Paolino ha avuto miglior fortuna; il problema è che poco dopo incontriamo la prima vipera...
Bene, in mezzo all'erba alta, dove si tribola a rimanere in piedi, ora abbiamo pure il rischio di finire male...
Bestemmiando a più non posso, raggiungiamo finalmente la grande cengia alla base della parete.
Stiamo salendo da 1h 30'... altro che 45'!
Alle nostre spalle però il panorama è a dir poco grandioso: il gruppo dell'Argentera (m 3.297), solcato dal fantastico Canalone di Lourousa e, alla sua destra, la vertiginosa parete nord-est del Corno Stella (m 3.050):
La prima via che saliremo è Sperone Lupis (6a   D   4L   175 m), sul lato sud-ovest, verso il Vallone del Matto.
Attacco la prima lunghezza (5b), su una bella placca lavorata:
Paolino segue:
Il secondo tiro presenta un singolo passaggio di 6a in partenza:
poi una serie di placche su ottima roccia conducono in sosta:
Ora la via si abbatte parecchio: percorro in pochi istanti la terza lunghezza (4a):

Paolino mi raggiunge e siamo indecisi se proseguire, essendo il terreno così facile (3c)...
Percorsi i primi metri, decidiamo di scendere e di utilizzare il tempo per la seconda via di interesse:
Optiamo per la discesa a piedi, lungo pendii ripidi ma non proibitivi.
Dopo circa 15 minuti siamo alla base della via, da cui ammiriamo i possenti contrafforti rocciosi che sostengono la cima del Monte Matto (m 3.080):
Pochi minuti dopo siamo all'attacco della via Fuori Tempo (6a+   TD-   5L   200 m).
Paolino sale il primo tiro (6a), splendido: una serie di muri verticali, quindi una placca tecnica, che conduce ad un traverso a sinistra, con un passo aleatorio:



Salgo a mia volta:
La roccia è magnifica:
Faccio capolino oltre lo spigolo, con il Canalone di Lourousa alle spalle:
Il secondo tiro (5c) tocca a me: una placca verticale, per salire la quale mi appoggio anche alla parete alle mie spalle, staccata, poi proseguo lungo un aereo e bellissimo spigolo:
Raggiungo un terrazzino sul filo di cresta, cui segue un breve strapiombo ed una placca:
La terza lunghezza (6a+) inizia con un facile pilastrino, poi una bella placca conduce sotto i grandi tetti:
Un primo passo delicato, poi entrambi usufruiamo dell'aiutino, un cordino da mungere per raggiungere lo spit a destra:
Saliamo poi diritti, prima in aderenza, poi in spaccata:
Eccomi sulle placche, delicate, ma su roccia strepitosa:
L'uscita in diedro-fessura, molto divertente:
Quarto tiro (5b), lungo una bella placca fessurata, poi muretti più facili:
La quinta ed ultima lunghezza (4c) inizia con un muro che richiede un minimo di attenzione, quindi sempre più facilmente lungo le placche abbattute terminali:
Il panorama è bellissimo, dominato dal Canalone di Lourousa, ma intanto è arrivato un bel temporale:
Autoscatto, poi via con le doppie, cercando di evitare la pioggia:
Dopo l'ultima doppia, molto divertente ed in buona parte nel vuoto, i problemi ricominciano...
La corda è incastrata e non possiamo recuperarla...
Come al solito mi faccio la mia risalita, fino alla prima sosta; qui mi raggiunge l'Alpino, che prosegue verso la seconda sosta, dove si è verificato il problema.
Perdiamo una mezzora, ma alla fine ce la facciamo.
La discesa sarà nuovamente penosa, lungo pendii inclinatissimi e con l'incubo delle vipere, ma torneremo a casa in tempo.

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