sabato 7 maggio 2011

ROCCA PROVENZALE (m 2.402): Buon Mattino + Cresta Sud (via Normale) in solitaria


Sabato 7 maggio 2011



Io



Purtroppo all'ultimo momento arriva il forfeit congiunto dei compari, acciaccati o impegnati altrove... Così mi ritrovo il venerdì sera a decidere dove andare da solo: penso a un canalino innevato, ma temo di morire di fatica a causa dello scarso rigelo notturno.
Allora opto per la roccia e... quale luogo più adatto per il battesimo alpino della mia auto nuova?
Naturalmente, la Val Maira ed il Gruppo Castello-Provenzale!


OK, dopo settimane di inattività alpinistica ho bisogno di stare sui monti: l'intenzione è di scalare la Rocca Provenzale (m 2.402) lungo la Cresta Sud (III PD 500 m), la Via Normale, tristemente famosa per l'elevato tributo di vite umane pagate...


Parcheggio l'auto e su di me incombe già la freccia di quarzite della Provenzale:

Con calma, mangio un panino, mentre due alpinisti si dirigono verso la Rocca Castello...


Poi mi incammino, portando con me uno zaino discretamente pesante (per allenamento) e la corda (anche per sicurezza).


Percorro il sentiero, con gli occhi fissi sulla meta:

Una volta vicino alle pareti, anziché partire dall'attacco classico della Via Normale, mi porto a sinistra, per reperire la parte bassa delle placche dello zoccolo, in modo da salire la Cresta Sud Integrale ed allungare ancora un po' lo sviluppo della via.


Attacco quindi le placche abbattute:

Con sorpresa, mi imbatto presto in una sosta nuova, a spit, e mi viene in mente che nel 2009 qui sullo zoccolo hanno chiodato (a spit...) una serie di 4 vie a scopo didattico, estremamente facili.


La cosa mi vede molto contrario: vie a spit proprio qui, uno degli ultimi paradisi dell'arrampicata trad, classica!


Per giunta, vie così facili da apparire quasi banali...

Attacco e seguo la via Buon Mattino (4 8L 400 m), facilissima anche in free-solo con scarponcini ai piedi...

Una decina di minuti dopo eccomi sbucare oltre l'ultima sosta sul prato sospeso sommitale:

Lo attraverso verso destra ed inizio a salire le placche, con percorso un po' a zig-zag, cercando le linee di debolezza della parete:


La solitudine totale sulla montagna è rotta dall'incontro di un camoscio piuttosto sorpreso della mia presenza:


Proseguo la mia salita, continuando a voltarmi per memorizzare la via di discesa; tengo d'occhio anche il cielo, in quanto il rischio principale su questa montagna è legato alla discesa sulla quarzite bagnata.


Un bellissimo diedro mi conduce ad una cengia che sale poi verso sinistra, verso la cresta:

Raggiungo la cresta, il filo vero e proprio, in esposizione fantastica:

Ora la via è più semplice, placche più abbattute seguono il filo di cresta:

Un'altra paretina da vincere, mentre comincio a pserare ogni volta di vedere la croce sommitale:

Invece no, emergo al di sopra del risalto e scopro che la cima è ancora piuttosto lontana:

Percorro la cresta, ora più rotta, e giungo al di sotto del passo chiave della via, un tettino da superare uscendo sulla destra, protetto da un fittone:

Con grande attenzione supero l'ostacolo, poi percorro un diedro-rampa ascendente ancora verso destra, fino a sbucare nuovamente in cresta: ma ancora non ci siamo...


Anzi, percorro un lungo tratto più facile, ora camminando, ma c'è ancora una struttura terminale da raggiungere e da scalare:

Mi avvicino a quello che credo sia il castellino finale:

Paretine a tratti quasi verticali, ma molto articolate:

Molto divertenti:

La cresta alle mie spalle:

uno strapiombo da evitare contornando sulla destra:

Esco nuovamente in cresta e stavolta ci siamo:


Percorro con attenzione la facile ma espostissima cresta sommitale, dove incontro anche qualche sosta, probabilmente quella della via Il Richiamo di Chtulu:

Raggiungo la croce, firmo il libro di vetta e resto ancora una volta stregato dalla vista mozzafiato che si gode da questo pulpito:

La parete sud della Torre Castello (m 2.448), che posso studiare da una posizione assolutamente privilegiata:


Verso sud, l'Oronaye (m 3.100), scalato tempo fa, bellissimo:

Classico autoscatto di vetta:

Ora mi rilasso, estraggo il mio libro di Stefano Ardito e mi metto placidamente a leggere in cima alla Provenzale, in completa solitudine!



Un'altra sosta a spit e catena, proprio sotto la croce di vetta:

Ancora contemplazione, un paio di sms, poi, a malincuore, inizio la discesa, si torna nel recinto sociale!



Riprendo tutta la concentrazione e scendo con grande attenzione, in maniche corte, in un ambiente fantastico e per nulla ostile...

Incontro magnifici chiodi di stampo alpinistico:

e magari nuovi fittoni a brevissima distanza...

L'ultima paretina da discendere per placche e cenge, poi eccomi sui prati:

Torno in breve alla vettura, continuando a voltarmi per ammirare la montagna:

Magnifica freccia di quarzite conficcata alla testata della Val Maira:

Nessun commento: