sabato 28 maggio 2011

BEC RATY (m 2.417): Sperone di Sinistra


Sabato 28 maggio 2011

Io e Paolino l'Alpino




Oggi purtroppo mi tocca lavorare la mattina...

Ma non ci perdiamo d'animo, anche vista la giornata con meteo clamoroso.

Costruttivo come sempre, mi invento una via in montagna con partenza degna dei peggiori falesisti vittime del sonnellino dopo pranzo!
Io e Paolino ci troviamo alle 12,15 al casello di Carmagnola e via verso la Valle d'Aosta: lui guida, io mangio un panino.
Destinazione: Valle di Champorcher; saliremo lo Sperone di Sinistra (5a AD+ 10L 350 m) al Bec Raty (m 2.417), dove siamo già stati un paio di volte.

Parcheggiamo ed iniziamo l'avvicinamento ad un'ora incredibile: le 14,21!


Tutto intorno, la vallata è magnifica, verdissima:

La parete, con al centro lo Sperone Centrale ed a sinistra la nostra via:

Fortunatamente oggi il meteo è a dir poco perfetto e non c'è alcun rischio di temporali pomeridiani.

Abbiamo scelto una via che non percorre mai nessuno; inoltre, stiamo andando ad attaccarla ad un orario quanto meno singolare, eppure... incredibile! Sentiamo delle voci e scorgiamo una cordata di 3 alpinisti che hanno appena iniziato la via!!!

Io manifesto subito il mio disappunto, cultore come sono dell'immersione totale nella solitudine e nella vastità delle pareti alpine... Però è altrettanto vero che è tardi e non so se sia il caso di perdere tempo ad andare a cercare l'attacco di altre vie...

In più, Paolino preferisce questa ad altre vie... OK, si va lo stesso.

L'attacco della nostra via è evidenziato da un bollino di vernice bianca:

Il primo tiro (III), sotto un cielo blu cobalto magnifico:

Parto io: non trovo segni di vita, il percorso non è obbligato; decido di seguire il filo dello sperone, ma la roccia è praticamente improteggibile: lame e spuntoni sono tutti rivolti verso il basso; fessure pochissime; nemmeno fessurine da chiodi...

Il terreno è facile, ma va a finire che mi faccio 30 m senza rinviare...
La comoda cengia su cui trovo la sosta (cordone su clessidra) mi regala un'altra bellissima visuale sull'alta Valle di Champorcher:

La relazione che ho in tasca è decisamente scarna... riporta 4 parole per ogni tiro.

Infatti, Paolino attacca il secondo tiro e risale muretti qua e là, senza raccapezzarsi molto, con un passo di IV; più su incontra due chiodi, poi fa sosta su un nut incastrato in una fessura all'altezza di una cengia, che però non sembra corrispondere molto alla descrizione...

Tant'è...

Vado avanti, indeciso se salire a sinistra o a destra della sosta...

Alla fine salgo a destra: un traverso facile, poi attacco deciso un muro verticale, ma ben appigliato, che mi conduce in cima ad un risalto, praticamente sulla verticale rispetto alla sosta dove Paolino mi assicura. Proseguo su terreno via via più facile, fino alla "grande cengia erbosa" di cui parlava la relazione come chiusura del secondo tiro: infatti, trovo un'altra sosta su cordone simile alla prima.

Paolino mi raggiunge e prosegue in quello che per noi è il quarto tiro: su per rocce rotte, poi una serie di risalti senza grosse difficoltà, fino a reperire la sosta:

La sosta da cui lo assicuro:

Il tiro successivo è abbastanza tosto: esco a destra in esposizione ed attacco un bellissimo diedro, chiuso in alto da un tetto (5a):

Rinvio un chiodo posto a 2/3 del diedro, poi, in completa spaccata su appoggi aleatori, cerco il modo di risolvere l'uscita... La più semplice mi porterebbe sulla destra: peccato che la via poi vada a sinistra...
OK, tanto indietro non si torna... DEVO salire: esco ancora più in fuori sotto lo strapiombo, in opposizione, e tengo deciso due prese discrete, che mi portano al di sopra dell'ostacolo.

Ora però trovo un secondo diedro da scalare, sono in posizione piuttosto precaria e vedo che non ci sono più chiodi fino all'uscita...

In compenso, il fondo del diedro forma una buona fessura, in cui piazzo un buon friend medio; un altro più piccolo qualche metro più in alto, poi esco deciso sulla destra, portandomi in placca; da qui, pochi metri mi conducono fuori dalle difficoltà, in cima al gendarme, dove trovo la sosta.

Un po' di adrenalina, ma lunghezza splendida!

Un breve trasferimento ci conduce alla base di un muro verticale:

Sesto tiro (IV): Paolino affronta la placca in ombra, completamente verticale, con discrete prese:

cui segue un tratto facile, gradoni che percorriamo rapidamente, fino alla base della grande placconata ben visibile dal basso:

Punto della situazione: abbiamo attaccato tardi, la ricerca della via ci fa perdere tempo, fatto sta che sono le 18 passate e stasera c'è pure la finale di Champions in tv...

La settima lunghezza sale al centro la grande placca, è data IV+ e presenta 2 chiodi in 40 metri...

Per evitare patemi e guadagnare tempo, decido di scalarla lungo la linea a spit della Via delle Poiane, data 5a/b e già salita unanno e mezzo fa, che percorro come un fulmine:

Lunghezza magnifica, su roccia perfetta:

Rinvio la sosta in cima al muro e proseguo traversando in diagonale a sinistra, alla sosta della nostra via.

Ottavo tiro (IV): Paolino sale la placca a sinistra, poi la relazione parla di una fessura strapiombante, che non trova...

Sale prima diritto, poi leggermente a destra, lungo risalti abbastanza verticali, fino a reperire una sosta:

Vado avanti, ormai andiamo di fretta, sono le 19... addio Champions, questo è chiaro, ma cerchiamo di uscire prima di sera!

Traverso a destra, mi porto al di sopra della sosta, su terreno facile, poi raggiungo una rampa ascendente verso sinistra e riconosco a destra l'uscita della Via delle Poiane; dalla cima, la cordata che ci precedeva mi indica dove si trova la sosta: io ringrazio, ma faccio presente che quella non sarebbe la sosta della nostra via...

Intanto intravedo l'ultima sosta, dove sarebbe dovuto arrivare Paolino, e decido di raggiungerla:

Una volta lì, capisco perchè nessuno credo esca più con questo tiro: la roccia del camino è infatti totalmente malsicura... non credo proprio possa reggere il peso di una persona senza che si stacchi nulla!

Quando raggiunge la base della rampa, dico a Paolino di salire a destra, anziché raggiungermi, e di puntare all'ultima vicina sosta della Via delle Poiane:

Lui è d'accordo e, anzi, prosegue fino in cima, dove lo raggiungo poco dopo, non prima di aver ridisceso con molta attenzione la rampa (scendere, da secondi, non è mai simpatico...):

Siamo fuori, sono le 19,25:

In cima c'è ancora il sole, la via mi è piaciuta, anche se certamente non è una grande via; come ripiego per una mezza giornata, è l'ideale.

Autoscatto di vetta:

La cima, con la mia ombra:

L'ultimo sole:

Una bella visuale sul gruppo del Monte Rosa:


In fondo alla valle, le ombre della sera:

Galoppiamo lungo il sentiero, che in circa 50' ci riporta alla base della montagna.

Lungo la discesa, trovo un po' di campo e posso avvertire a casa che è tutto ok, anche se arriveremo un po' tardi...

La nostra linea di salita, vista dal sentiero sotto la parete sud:

Un pensiero ad un alpinista che conosciamo, nostro simpatico istruttore al corso CAI qualche anno fa, purtroppo caduto oggi alla Torre Castello, che ho scalato solo una settimana fa...

3 commenti:

Fred Clear ha detto...

Ciao,
Vi seguo oramai da anni ma non avevo osato scrivere.
Innanzitutto complimenti per la passione e per la miriade di salite compiute!
Gestisco una pagina fb dedicata all'arrampicata in Piemonte. Spero non vi dispiacia se ho pubblicato sulla medesima il collegamento a questo blog personale come un bell'esempio per tutti!
Ciao
Federico
P.S: se v'interessa la pagina è Piedmont Climbing!

DANI ha detto...

Assolutamente ottimo.
Bella la tua pagina ;-D

Fred Clear ha detto...

Grazie.
A tal proposito sarebbe carino (se t'interessa) che tu postassi sulla pagina dopo averli scritti i racconti di qualche ascesa in Piemonte.
Vedi tu.
Ciao e grazie ancora