sabato 28 novembre 2009

ROCCA delle VISIONI (m 1.000): 626 El Culto a la Vida


Sabato 28 novembre 2009



Io, Wil e Paolino l'Alpino
Partiamo con destinazione Rocca Sbarua, ma strada facendo puntiamo l'attenzione su una via abbastanza nuova: 626 El Culto a la Vida (6b/A0 max 12L 250 m) alla Rocca delle Visioni (m 1.000).
La relazione dell'apritore ci porta a parcheggiare l'auto al Colle del Crò e parla di 50' di avvicinamento.
Ora, io penso sia una burla, dal momento che ravaniamo una vita tra sentieri più meno accennati, giri lunghissimi con scavalcamento di un paio di vallate:


Guadi avventurosi...

...salvo scoprire da una cordata che incontriamo all'attacco della via che loro hanno parcheggiato lì vicino, al Gran Dubbione in cui effettivamente ci troviamo...
Potrei dire che, a causa del lungo girovagare alla ricerca della via, aiutati persino da un local... di lingua anglofona!, abbiamo deciso di accorciare la via aggirando i primi 4 tiri, ma la verità è che, essendo questi 6b/A0, avevamo già stabilito di evitarli, anche perchè si trovano su un torrione staccato dal resto della via.
Ecco la Rocca dal lato opposto della valle:

Quando attacchiamo la via sono le 12,30...
Ci leghiamo.
La parete è molto bella, la roccia uno gneiss di buona qualità, anche se il grip non è quello del granito della vicina Sbarua...

In compenso la chiodatura è incredibilmente ravvicinata, da qui il nome della via legata alla legge sulla sicurezza...
C'è uno splendido sole e la temperatura è gradevole, indosso solo un micro-pile.
Paolino conduce i primi 3 tiri; attacca la placca (5), aggira a destra uno strapiombo...

ed esce su un comodo terrazzino di sosta:

Purtroppo c'è traffico sulla via: tallonano ben 2 cordate, a distanza ravvicinatissima (troppo...), anche dove in sosta non ci sarebbe spazio per tutti...
Tra l'altro, stranamente vista la quantità industriale di spit presenti in via, quelli di sosta sono da collegare.
Seconda lunghezza (4+): breve traverso a sinistra...

...quindi muro verticale molto ben appigliato, 4+ generoso ma divertente:

La seconda sosta è oltremodo scomoda, siamo appesi nel vuoto e sopra la nostra testa si dipana la terza, splendida lunghezza della via (5+): una fessura che va allargandosi sempre più:

Negli ultimi metri la fessura diventa un camino e Paolino ci si infila deciso:



Wil sale da secondo e, non senza difficoltà, si issa al di sopra delle difficoltà:

Quando li raggiungo in sosta, prendo il comando della cordata ed affronto una bellissima placca, che diventa via via più verticale (5+):

Si tratta del tratto più tecnico della via, su roccia ottima a tacchette orizzontali:

Il quinto tiro (5) presenta un'altra placca, simile ma più appoggiata:



Seguita da un muro verticale, con buone prese e su roccia splendida:



Raggiungo una sella e vi trovo una comoda sosta.
Quando gli amici mi raggiungono, attacco la sesta lunghezza (5+): un traverso a destra, dapprima facile:

Poi molto più delicato e, soprattutto, totalmente esposto:


Una buona fessura offre una buona presa per le mani, ma i piedi poggiano sull'aleatoria placca...
Dopo una decina di metri la via sale completamente verticale e diritta: un diedro appena accennato mi permette di innalzarmi in spaccata e di raggiungere poi buone prese e lame.
Lunghezza prima tecnica, poi atletica, sempre adrenalinica: in sostanza, veramente splendida!
Dalla comoda sosta in cima al risalto recupero i compagni; prima Wil:



Poi il mitico Paolino:

Breve trasferimento lungo la cresta larga e frastagliata, poi Wil passa avanti per superare il risalto del settimo tiro (4):

Un diedro, quindi, dopo una breve traversata a destra, una placca lavorata conducono ad una comoda piazzola di sosta:

Ormai ci siamo, manca poco.
Incalzati dalle cordate che ci seguono, concludiamo la via ancora con Wil avanti nell'ottava lunghezza (5): alcuni passi semplici su rocce rotte, poi l'ultimo muro verticale, breve ma estetico:

E' fatta, siamo in vetta:

Foto abbarbicati al castello sommitale sormontato dalla croce di vetta:

Sono le 15,30: occorre sbrigarsi, dobbiamo trovare la via più breve per tornare al Colle del Crò, dove abbiamo posteggiato...
Purtroppo per noi, gli altri hanno le macchine qui vicino, mentre noi a 2 ore di distanza...
Facciamo su le corde e ci incamminiamo lungo il sentiero di dscesa, segnalato con bolli rossi:

In breve siamo alla base della struttura, ma qui finiscono le certezze e cominciamo la nostra ravanata nei boschi, incalzati dall'oscurità.
Un ultimo sguardo alla Rocca: una via veramente bella, una piacevole sorpresa, devo dire, molto consigliabile.
Tra errori, capitomboli nel bosco in forte pendenza con mezzo metro di foglie secche a nascondere le insidie sottostanti ed una fatica immane, alla fine ritroviamo il sentiero sull'altro lato della valle e, da qui, fino al Crò, dove giungiamo alle 17,40, al buio e con 2°C.
Un'altra bella giornata di avventura e divertimento.

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