mercoledì 29 gennaio 2025

ROCCA SBARUA (m 1.100): Tupac Amaru


Mercoledì 29 gennaio 2025

Io e Alberto 

Oggi il meteo è ottimo, le condizioni pure, così io e Alberto ci ritagliamo un bel giorno a scalare in Sbarua.

Ritrovo al Mc di Pinerolo e via verso la borgata Dairin, previa ottima colazione.

L'obiettivo è una via ai settori alti della Sbarua, via che ho già salito altre volte ma che ho sempre trovato magnifica: si tratta di Tupac Amaru (5c   7L   200 m).

Ravaniamo il giusto per raggiungere l'attacco tra i boschi, quindi ci prepariamo e inizio a scalare le placche che caratterizzano il primo tiro (5b):

Un pilastrino, poi un muro, quindi ancora in placca fino alla sosta attrezzata a spit e catena, dove poco dopo mi raggiunge l'amico:
Secondo tiro (4c): traverso a sinistra 4 o 5 metri, poi salgo una facile dulfer, per traversare ancora a sinistra in placca e portarmi ad un breve ribaltamento al di sopra di un pilastrino, con un singolo passetto di forza, per raggiungere la comoda sosta:
Alberto impegna il tiro anche lui, eccolo prima dell'ultima placca:
Alle nostre spalle, le nebbie avvolgono la pianura, mentre noi ci godiamo lo splendido sole:
Siamo alla terza lunghezza (5c+): un paio di passi a sinistra della sosta, poi attacco la parete verticale, solcata da una provvidenziale fessura, fino alla placca liscia in uscita, con un paio di passi obbligati: 
Raggiungo la sosta e recupero il socio:
Ora c'è un breve trasferimento nel canale a sinistra della struttura; Alberto esce al sicuro traversando a sinistra e mi fotografa in sosta:
Lo raggiungo, facciamo su gli anelli di corda e percorriamo i 60 metri in salita nel bosco, cambiando le scarpe. Qui mi ero fermato l'ultima volta, con Stefano, causa abbondante neve... Stavolta nessun problema, impegno la quarta lunghezza (5a), una divertente sequenza di passi che mi riportano sul filo dello sperone, dove trovo la sosta:
La quinta lunghezza è la classica che vale il prezzo del biglietto (5c): esco a destra in piena esposizione, poi salgo verticalmente lo spigolo, su roccia da urlo, con movimenti vari e divertenti:
Raggiungo la sosta su un terrazzino, dove posso recuperare l'amico, prima di salire la sesta lunghezza (4c). Esco ancora a destra della sosta, scalo sul filo per tornare sulla verticale del punto di partenza, poi senza difficoltà a sinistra del filo, risalendo pochi metri al di sopra per tornare a destra a sostare sul filo:
Alberto sulle mie tracce:
Un altro tiro magnifico, il settimo ed ultimo (5c): traverso a destra in piano per una decina di metri, poi inizio a salire in verticale, guadagnando ancora il filo della prua di granito:

Spettacolo:

L'uscita è l'unico punto della via dove forse manca uno spit in uscita, ad essere pignoli, per il passo in placca che porta contro la paretina finale, dove traverso a destra fino alla sosta. Poco dopo è il turno di Alberto:
Dalla sosta traverso sul filo di cresta fino ad uscire in cima al risalto finale, dove si scenderebbe facilmente a terra, se non fosse per la neve che ricopre le placche a nord...
Alla fine ci aiutiamo con una breve doppia allo spit in cima al risalto, per non rischiare inutilmente (ora c'è un maillon a quello spit); poco dopo, selfie finale:
Risaliamo in pochi minuti in cima, poco sotto la croce di vetta del Freidour, per seguire il sentiero che ci riporta a Dairin, come tante altre volte.

venerdì 17 gennaio 2025

lunedì 13 gennaio 2025

ALBARD - TRUC CHEVERINE (m 700): Greg


Lunedì 13 gennaio 2025
Io e Alberto 

Altra mezza giornata sgraffignata, Alberto presente, così facciamo nuovamente un salto alla assolata parete sud del Truc Cheverine (m 700), ad Albard di Bard, confidando nel solito microclima incredibilmente favorevole, a fronte di temperature in netto calo.
Stavolta saliremo l'ultima nata, la via Greg (6a   7L   170 m), nel settore sinistro della parete.
Dopo una bella coda in tangenziale causa incidente, raggiungo il luogo dell'appuntamento, carichiamo l'auto dell'amico e partiamo in direzione Vallée, con immancabile sosta ristoratrice a Scarmagno.
Parcheggiamo nel solito posto, ci prepariamo, ben vestiti (temperatura 2°C) e scendiamo lungo il sentiero, fino a raggiungere il fondo del vallone, per poi risalire dal lato opposto nel bosco, lungo il bel sentiero che risale fino al pittoresco gruppo di baite in pietra diroccate, ove traversiamo a destra al sole, sotto la parete dove attacca la nostra via: 
Ci leghiamo, al sole si sta benissimo anche oggi, il solito miracolo si è compiuto.
Non c'è nemmeno quel poco vento che era previsto.
Attacco il primo tiro (4c), un muro verticale su ottime prese, che dopo i primi metri piega a destra:
Mi muovo in diagonale verso destra, supero un tetto sul lato destro, per tornare al di sopra sul comodo terrazzino di sosta, da cui faccio sicura all'amico:
La seconda lunghezza (3a) è una facile successione di placche.
Terzo tiro (5a): risalgo un diedro a sinistra, con un breve passo aggettante, poi le facili placche che seguono, fino alla sosta posta in cengia; Alberto poco dopo:
Siamo già al tiro chiave, il quarto (6a): attacco il muro subito strapiombante che sormonta la sosta, poi piego leggermente a sinistra per seguire la fessura; con qualche aiuto, riesco a issarmi al di sopra dello strapiombo:
Secondo noi le difficoltà sono almeno 6a+, ma la chiodatura qui è generosa; raggiungo la sosta dopo aver salito la bella placca che segue e da qui assicuro il socio:
La lunghezza seguente (5c) è bellissima.
Salgo un primo muro, portandomi sotto ad un tetto, che aggiro a sinistra, per poi salire una placca e portarmi sotto ad un evidente diedro. 

Salgo in opposizione il diedro:
Una rinviata un po' strana in uscita, poi esco in cengia, poco prima della sosta; Alberto è sulle mie tracce poco dopo:

Proseguiamo lungo la sesta lunghezza (5a), splendida: attacco il bel muro di roccia incredibilmente lavorata, in diagonale leggero verso sinistra:
Dalla cengia di sosta, salgo il settimo ed ultimo tiro (5a), prima con un passo in verticale, poi uscendo su terreno un po' sporco verso destra, fino alla sosta sommitale della via dei Nonni:
Ci riuniamo in cima poco dopo:
In conclusione, una bella via per una mezza giornata di divertimento.

venerdì 3 gennaio 2025

ROCCA SBARUA (m 1.200): Carlo Giuliani


Giovedì 3 gennaio 2025

Io e Alberto

Ci regaliamo una bella mezza giornata in Sbarua.

Oggi propongo ad Alberto di aprire le danze nel nuovo anno con una bella via che avevo salito 7 anni fa, chiodatura super plaisir e roccia da urlo: la via Carlo Giuliani (6a   9L   200 m), al Torrione Tosco e alla Torre del Principe.

Ricordavo un avvicinamento un po' ravanoso in una zona della Sbarua fuori da quelle più gettonate; invece ora l'avvicinamento è rapido e semplice: passiamo Casa Canada, proseguiamo lungo il sentiero principale oltrepassando la Torre del Bimbo, poi avanziamo a sinistra al cartello che poco dopo indica il Colle Aragno Ovest; pochi minuti e una freccia bianca a sinistra indica il vicino attacco della via. La temperatura è ottima, splende il sole, quasi zero vento.

Ci prepariamo e poco prima delle 10,30 attacco il primo tiro della via (5c/6a):

A freddo, la partenza è impegnativa, allo stato di forma attuale, ma con qualche tiratina di rinvio arrivo in catena, dopo un primo bombé, una placca verticale e il traversino finale a destra; poco dopo ecco Alberto sulle mie tracce:
Rimango davanti e percorro lo splendido secondo tiro (5a), salendo in placca i primi metri:
Traverso poi a sinistra, con una esile ma ottima cengetta per i piedi, ribaltandomi poi a sinistra, al di là dello spigolo:

Proseguo traversando a sinistra, fino alla sosta; attenzione a non utilizzare la prima sosta che si incontra, su due spit da collegare, con piastrine girevoli, ma proseguire un paio di metri a sinistra, fino alla sosta con due spit migliori, sempre da collegare; da lì faccio sicura all'amico:
Proseguo lungo il bellissimo terzo tiro (5c), salendo la placca verticale che sormonta la sosta, su roccia da urlo e facendo affidamento sul grip:
Supero una scaglia ed esco in cima al risalto superando un secondo muro, lungo un diedro-fessura un po' muschiato, con uscita delicata.
Quindi impegno la parete diritta sopra di noi (4c), lungo bei risalti articolati, raggiungendo la cima del Torrione Tosco.
Il trasferimento è breve e comodo, uscendo a destra al colletto e raggiungendo in pochi secondi l'attacco della prosecuzione della via sulla Torre del Principe, attacco contrassegnato con la scritta verde T.F.
Il quinto tiro (5b) è molto divertente: salgo il primo diedro leggermente strapiombante, poi impegno il lungo diedro-rampa che sale in diagonale a sinistra, fino al muretto finale che risalgo diritto fino alla sosta:
Da qui faccio sicura al socio, che sale i primi metri:
Fino al muretto finale:
Proseguiamo per la sesta lunghezza (4c), che attacco dopo un sorso di coca: una bella placca articolata, sempre ottimamente chiodata:
Segue un tiro particolare, il settimo (5a), con cui risalgo uno spigolo arrotondato, con chiodatura un po' più distanziata ma facile; evitiamo la variante di 6a+ che corre a sinistra e in breve siamo in sosta, dove ci ricongiungiamo: 
Attacco ora l'ottavo tiro (6a, ma secondo noi anche 6a+...), traversando la rampa muschiata iniziale e attaccando il muro seguente; con andamento sempre diagonale a sinistra, impegno quindi le placche seguenti, per nulla banali, evitando la corda fissa che pende dall'alto, malsicura e logora, fino al muretto finale, che mi conduce al terrazzo di sosta, in mezzo agli alberi:
Subito dopo è la volta dell'amico, che sale usando tutti i mezzi che incontra:
Dalla sosta, ci spostiamo pochi metri fino alla base del nono ed ultimo tiro (5c).
Attacco il pilastrino, sempre su roccia splendida, poi salgo il diedro a destra, che sta andando in ombra, fino a uscire nuovamente in placca, che scalo fino a uscire in vetta al pilastro:
Poco dopo siamo riuniti in cima, piacevolmente al sole, per il meritato selfie:
Scavalliamo a destra le rocce sommitali, raggiungiamo il colletto al di sopra, dopo un tratto con corda fissa, e volgiamo a sinistra (faccia a monte), per scendere alla meglio lungo il canalone; più in basso, traversiamo a destra (faccia a valle) fino a reperire la traccia (bolli rossi) che scende alla base del Torrione Pacciani e da qui in breve al sentiero principale.
La prima del 2025 è andata, avanti con le prossime!