Lunedì 16 settembre 2024Io e Giorgio
Oggi strappiamo una mezza giornata per scalare in Barricate, dove Giorgio non è mai stato, mentre io ho fatto una puntata giusto un anno fa.
Parete imponente e spettacolare, incute da sempre rispetto e timore sia per il colpo d'occhio che regala, sia per la nomea di posto ostile e pericoloso, chiodato poco, con roccia marcia e friabile e su difficoltà spesso elevate... Ebbene, grazie al lavoro di alcuni colleghi volenterosi, come ad esempio Elio Bonfanti e il compianto Ciano Orsi, da almeno un anno l'aria è cambiata, nel senso che sono stati riattrezzati o chiodati itinerari in stile moderno e sicuro.
Ho poco tempo oggi e ci tengo a portare Giorgio a toccare con mano le Barricate, quindi concordiamo di fare un giro sullo Spigolo Marilena (5c 7L 270 m), recentemente richiodato e ripetuto da un paio di amici delle cui recensioni mi fido. Oltretutto, le condizioni meteo impongono in questi giorni di tenere basso profilo come quota ed esposizione, data la repentina e precoce fine dell'estate.
Appuntamento da Mario, carichiamo la mia auto e via verso la Valle Stura, andando a posteggiare dopo il tunnel sopra Pietraporzio. La vista è subito grandiosa:
Conosco già buona parte dell'avvicinamento, anche questo ottimamente riattrezzato per salire in sicurezza; proseguiamo oltre la Falesia degli Istruttori e la via C'Est Facile Mais C'Est Beau.
Dopo una mezz'oretta siamo all'attacco della via:
Il cielo è velato e fa freschino, anche se niente di drammatico.
Ci leghiamo con le due mezze da 60 m; abbiamo 14 rinvii e qualche friend medio-piccolo (che non useremo).
Attacco io il primo tiro della via (5b): la parete è subito bella verticale e, stante il primo tiro a freddo e la gradazione non certo regalata in un passaggio a metà tiro, non vado di corsa:
La chiodatura è decisamente plaisir.
Raggiungo l'aerea sosta su terrazzino, da cui recupero l'amico:
Procediamo a comando alternato, così Giorgio impegna il muro iniziale della seconda lunghezza (5c), portandosi sotto all'estetico diedro di ottimo calcare, che sale rimanendo per lo più in placca, fino a raggiungere un pronunciato tetto giallo:
Sale il tetto con un passo atletico a sinistra, supera l'albero su cui sosteremo in calata e raggiunge la sosta su due spit da collegare:
Lo raggiungo, faticando abbastanza per superare il tetto, poi proseguo lungo il bellissimo terzo tiro (5b), salendo in verticale lungo belle placche e lame:
Supero un passo un po' più ostico per riequilibrarmi a sinistra al di sopra di una bella scaglia, poi salgo le ultime placche, uscendo su terreno sciolto e friabile, ma facile, fino alla comoda sosta.
Giorgio sale a sua volta il tiro, per proseguire lungo il bel muro della quarta lunghezza (5c):
Il tiro si chiude con un diedro-camino reso insidioso dalla vegetazione presente e da un'uscita da interpretare, Giorgio raggiunge quindi la sosta e mi fa salire.
Riuniti in catena, studiamo il terreno del sesto tiro (5b), che ci fa capire perchè chi ci ha preceduti nelle recensioni di Gulliver abbia deciso di tornare indietro. In effetti, la parete si abbatte e sembra andare a cercare singoli passaggi in un contesto di discontinuità.
Oltretutto, andremmo a cercarci rogne in fase di calata in doppia...
Per cui è presto deciso, scendiamo.
Buttiamo giù le corde e ci caliamo con 3 doppie, senza problemi:
Chiudiamo la giornata con un panino ed un ritorno a casa presto, che ogni tanto non guasta.