sabato 11 febbraio 2017

BRIC PIANARELLA (m 363): Via Lunga Originale

Sabato 11 febbraio 2017
Io e Stefano

Meteo infausto, neve in Piemonte il venerdì, così per cercare roccia asciutta dobbiamo scendere in Liguria, nel Finalese.
Oggi siamo io e Stefano, il ritrovo è alle 8,45 a Mondovì, dove entriamo in autostrada puntando la prua verso l'uscita di Orco Feglino.
L'obiettivo infatti è la Via Lunga Originale (6a   12L   240 m) a Bric Pianarella (m 363), al Paretone, una via che ho già salito 5 anni fa e che voglio proporre all'amico.
Guido con calma, sapendo che la parete prende sole tardi; sosta autogrill prima di Spotorno e già appare chiaro che purtroppo sarà una giornata ventosa... Con vento freddo e fastidioso...
Tant'è.
Parcheggio poco oltre la cappelletta, pi saliamo diritti verso l'attacco della via, attacco che 5 anni fa avevo tribolato parecchio a reperire... stavolta le cose vanno decisamente meglio.
Alle 11,00 ci siamo, ci prepariamo e attacco io il primo tiro della via (4a), una bella placca protetta a chiodi:
Raggiungo il terrazzino di sosta, la attrezzo su due alberi e recupero il socio; avanti a comando alterno, Stefano ha il suo bel daffare a scalare i primi metri strapiombanti del secondo tiro (gradato 4c, ma in realtà un bel 5c, almeno in queste condizioni tale lo troviamo!), poi la parete rimane verticale ma più appigliata:
Quando salgo io, ho le mani totalmente insensibili...
Non importa, avanti: terza lunghezza (5b, anche questo non regalato...): supero un primo risalto senza problemi, poi salgo la placca seguente, lavorata e povera di appigli e appoggi:
Con l'aiuto del Panic rinvio il primo spit, poi il tiro si rivela molto divertente e mi porta ad un comodissimo terrazzo di sosta (ancora su alberi), dove mi raggiunge l'amico:
Quarto tiro (4c): facili risalti, poi un traverso a sinistra protetto da un chiodo e uno spit, cui segue la risalita di una rampa, da cui si esce a destra, poi facilmente in sosta:
Il sole arriva a illuminare la vallata, ma ancora non la parete, dove siamo sferzati da folate di vento gelido e che purtroppo presenta una roccia sì asciutta, ma gelida; arrivo in sosta:
Breve trasferimento sulla cengia alberata, poi attacco la quinta lunghezza (5a): traverso a sinistra, poi un passo in spaccata un po' delicato ed esposto (ben protetto da un resinato), quindi un diedro-rampa facile, poi salgo diritto puntando ad altri 2 resinati in alto:
Ancora una spaccata delicata verso sinistra, quindi una buona lama per presa rovescia conduce fuori dalle difficoltà, sempre a sinistra, per poi salire in una fantastica grotta, dove poi mi raggiunge Stefano:

A questo punto mi ricordo che anni fa avevo salito io da primo questo tiro, quindi concordiamo che resterò davanti anche nel sesto tiro (4c), in modo da salire da primo i tiri che allora non avevo fatto.
All'uscita dalla grotta dal lato opposto, ecco sopra di noi una fantastica parete colorata e lavorata:
Attacco il diedro aperto, leggermente strapiombante, aiutandomi con le ottime prese della spettacolare erosione a sinistra, poi esco a destra, dove un'altra serie di placche in diagonale a destra mi conduce all'ottimo terrazzino di sosta, subito sotto un'altra grotta:
Questa via rappresenta un magnifico viaggio geologico, oltre al divertimento della scalata.
Settima lunghezza (5b): splendido diedro, che Stefano sale incastrando il piede sinistro sul fondo, per poi traversare a destra e superare un tettino:
Oltrepassa una sosta intermedia e prosegue fino ai 30 m, dove sosta e mi recupera:
Ottavo tiro (4c): salgo pochi metri e raggiungo una cengia camminabile, con corda fissa, che percorro verso destra fino a reperire una bella linea chiodata su una placca articolata, finalmente al sole:
Raggiungo il bordo sinistro di un antro, percorriamo insieme la cengia spaziosa che ci porta dopo 40 m sul bordo destro dell'antro, dove Stefano attacca una bellissima scaglia staccata (4a):
Entra all'interno ed esce da una stretta fenditura; poi mi propone di salire la variante che esce in fuori a destra, sulla placca lavorata e mi fa saltare le corde all'esterno della scaglia:
Molto divertente salire esternamente, su roccia da urlo.
Vado avanti lungo la decima lunghezza (5a), un bellissimo muro di calcare incredibilmente lavorato:
Stefano mi segue:
Faccio sosta su due spit alla base del tiro che ben ricordo, l'undicesimo (6a): un passo boulder in partenza, una dulfer faticosa, per salire il primo risalto sul pilastro, poi una serie di tettini:
Inizia poi un lungo traverso a destra sotto un grande strapiombo e con i piedi su una sorta di lungo stretto cornicione, su roccia sempre clamorosamente bella da scalare e da vedere:
In uscita dal traverso (più aereo ed esposto, che difficile), c'è ancora un passo di 5b per riguadagnare la parete e la sosta:
Poi è il mio turno:
Salgo infine l'ultimo breve tiro, il 12-esimo (4a), in traverso su cengia, poi un passo facile ma molto esposto, quindi alcuni metri in placca fessurata, fino all'uscita in vetta, dove poi mi raggiunge l'amico:
Un veloce spuntino su due massi comodi comodi, quindi la bella e comoda discesa lungo il sentiero, che in una ventina di minuti ci riporta alla base della parete.

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