mercoledì 4 gennaio 2017

ROCCA SBARUA (m 1.400): Angiolina Ritorna + Tupac Amaru

Mercoledì 4 gennaio 2017
Io e Simone

Un'altra bella giornata in Sbarua.
L'idea è di ripetere una bella combinazione che ho percorso anni fa e che mi era molto piaciuta: Angiolina Ritorna (5+   4L   100 m) + Tupac Amaru (5c+   7L   200 m), che ci porterà in cima alla Sbarua, in vetta al Monte Freidour (m 1.445).
Partenza 7,20, colazione strada facendo e ancora al parcheggio basso, causa lavori forestali lungo la strada per Dairino.
Avvicinamento con calma, nessuno in giro: fantastico.
Eccoci all'attacco della via, alle 10,30:
Salgo la prima lunghezza (5), salti, placche, un tettino e un traverso in diagonale a sinistra:
La via è super-chiodata, ascellare.
Simone parte a sua volta:
Prosegue per il secondo tiro (4+), un muretto seguito da balze rocciose interessanti, fino in cima ad un pilastro:
La roccia è bellissima, ottimo grip, la temperatura incredibilmente calda:
Simone resta davanti per la terza lunghezza (5): una breve discesa dalla cima del pilastro, seguita da una bella successione di placche:
In seguito, un diagonale a sinistra, poi una serie di risalti e diedri verticali:
Molto divertente:
La quarta lunghezza (5+) si apre con un diedro verticale fessurato, molto divertente:

Dopo la dulfer, segue una serie di muri verticali, fino all'uscita in cima al Torrione Pacciani:
La via proseguirà sul Torrione Rubinetto:
L'uscita da Angiolina:
Percorriamo il raccordo tra le due vie tenendo le scarpette ai piedi, scelta discutibile, visto che ravaneremo anche qualche minuto...
L'attacco della via:
Salgo il primo tiro (5), un antipatico scivolo povero di appigli e appoggi e reso insidioso dalla roccia scivolosa e dalle scarpette sporche...
Dopo il primo salto la roccia migliora e presenta un leggero diagonale a sinistra, poi diritto in sosta; Simone poco dopo:
La seconda lunghezza (4+), in diagonale a sinistra, scavallando un risalto:
Per poi raggiungere la sosta in placca:
Il terzo tiro (5c+) presenta il passo chiave: una bellissima fessura verticale incide la parete, si sale bene in parte in dulfer, poi una placca delicata obbliga a spalmarsi per bene, fino alla sosta in cima al risalto:

Simone si porta verso la placca finale:
Breve trasferimento nel canale a sinistra, che ci fa perdere un po' di tempo per reperire il proseguo della via; come indicazione, salire una cinquantina di metri, poi individuare una sosta (cordone) su albero: la via attacca lì a destra, esposta a ovest nei primi metri.
Simone sale (4+) fino a riguadagnare il filo dello spigolo, dove lo raggiungo:
Salgo quindi un tiro fantastico, il quinto (5b), sempre sul filo, verticale, aereo e divertentissimo, che purtroppo impedisce di far foto, essendo fuori dalla visibilità di chi assicura.
La lunghezza successiva è più semplice (III), pur essendo sempre su roccia magnifica:
Salgo infine il settimo ed ultimo tiro (undicesimo di oggi), a dir poco spettacolare, cavalcando una prua policroma di granito magnifico:

Simone in uscita dalla via:

Dalla parte opposta ci aspetta un po' di neve, ma solo pochi metri:
Sono le 15 e dobbiamo sbrigarci a scendere, Simone è atteso da una bella seduta di allenamento serale!
La vicina croce di vetta del Freidour:
Il Re di Pietra ci tiene d'occhio, come sempre:

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