sabato 6 febbraio 2010

SCOGLIO del BUTTO (m 750): Pedrin


Sabato 6 febbraio 2010




Io, Wil, Chiara, Max e Paolino l'Alpino



Ieri sera da noi nevicava di brutto, mentre le webcam dalla Liguria trasmettevano pioggia...
Che si fa?
Arrampicare diventa complicato sul bagnato, mentre la salita su neve pone il problema del rischio valanghe.
OK, partiamo con spirito positivo: alla volta della Liguria, dove le temperature sono alte, e più tardi possibile, per dar modo alle pareti di asciugare, ben disposti d'animo nel caso non si riuscisse a fare niente altro che un bel viaggetto in compagnia.
La destinazione è lo Scoglio del Butto (m 750), nell'entroterra di Loano, dove siamo già stati diverse volte.
Ci incontriamo a Mondovì alle 9,00: saltiamo tutti sulla macchina di Wil e via in autostrada!
Max implora una sosta ristoratrice al bar, che apprezziamo tutti; il clima della Liguria è eccezionale: sole splendido e temperatura primaverile.
Ci incamminiamo lungo il bellissimo sentiero e, pochi minuti dopo, eccoci in vista della Rocca dell'Aia (m 680) e dello Scoglio del Butto (m 750):
Saliamo fantasticando di salite future, passiamo sotto le pareti ed eccoci all'attacco della nostra via, la Pedrin (5a D 80 m), sulla splendida ed assolata parete sud-ovest dello Scoglio del Butto.
La vista è mozzafiato già dall'attacco: alle nostre spalle, la Rocca sottostante ed il mare:


La Rocca dell'Aia vista da qui è veramente impressionante: la sua parete nord e la via di discesa in doppia lungo la cresta ovest:
Facciamo due cordate:


  • Io, Wil e Max
  • Paolino e Chiara

Come sempre, io sono già imbragato, per cui sono pronto ad attaccare; le difficoltà sono concentrate nella prima lunghezza.

Siamo in maglietta, bellissimo!

Attacco, assicurato da Wil:


La roccia è una quarzite lavorata, di ottima qualità.
Spettacolare il contrasto di colori tra le placche bianche ed il cielo blu cobalto:


La via presenta passaggi interessanti, anche impegnativi, ma soprattutto la chiodatura è in linea con la filosofia locale: pochi spit, belli distanziati, per cui l'aspetto psicologico è tutt'altro che secondario...



Scambiandoci le solite battutacce legate al fatto che dal basso sembra tutto facile, mentre quando ci si trova abbarbicati alla roccia verticale 8 metri al di sopra dell'ultimo spit le prospettive cambiano non poco, salgo e passo il tratto chiave:


Paolino, vedendomi impegnato, credo capisca che non lo aspetterà un tiro banale (notare l'espressione), mentre Max è pronto alla battaglia:

Prima che salgano i miei secondi, Paolino preferisce salire:

Siamo tutti concordi nel ritenere almeno un passaggio ben più impegnativo di un comune 5a...
Quando Paolino mi raggiunge, è la volta di Chiara:

Senza lagnarsi troppo, a differenza di noi "uomini duri" e delle nostre celebri radiocronache, sale in sosta, seguita a ruota da Max e da Wil di rosso vestito:

E' da un po' che guardo la placca che sormonta il nostro comodo punto di sosta: non vedo alcun chiodo o spit.
La relazione parla di terzo grado, per cui può essere benissimo che sia sprotetto.
Quelle belle placche lavorate, bianchissime, mi attirano non poco, ma mi adeguo al volere del popolo: proseguiamo sulla destra, lungo l'ultimo tiro della via Amelia, che offre la protezione di qualche spit.
Va avanti Paolino, seguito da Chiara.
Wil prende le redini della cordata e sale sicuro lungo i 50 m che ci separano dalla vetta.
Seguiamo infine io e Max:



L'uscita della via, in una festosa esplosione di luce e di colori:
La temperatura è sempre gradevolissima, firmiamo il libro di vetta e posiamo per le foto di rito:

Mai come su questa cima risulta corretto affermare che siamo solo a metà del viaggio: infatti, la discesa dallo Scoglio del Butto è molto delicata.
Wil non ama (ancora) le traversate esposte sprotette; Chiara l'ho appena conosciuta... Max so che è pazzo come noi, ricordo le ultime lunghezze percorse slegati sul Corno Stella (m 3.050).
Visto che non abbiamo alcuna fretta, facciamo le cose per bene, in massima sicurezza: scendo per primo ed attrezziamo un tratto di corsa fissa:

In questo modo, gli amici possono passare rinviati alla corda che abbiamo fissato alle due estremità.
Oltre ad essere affilata ed esposta, la cresta è anche ghiacciata, nelle parti in ombra...
Passa Chiara, quindi è la volta di Max:


Wil:

Ripetiamo l'operazione una seconda volta ed attrezziamo l'ultima parte della discesa:



Bellissima giornata, proseguiamo a progettare scalate e grandi ascensioni fino all'auto... e fino a casa, come sempre!
L'estate si avvicina, anche se piano piano...

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