martedì 2 giugno 2009

Conca del Triolet (m 2.020): La Nord dell'Eiger


Martedì 2 giugno 2009





Io, Manu e Paolino l'Alpino

Bella giornata, via carina inquadrata in un ambiente spettacolare.
Questa l'estrema sintesi di una via dal nome un po' altisonante... Ebbene, non siamo nemmeno riusciti a battere il record di salita in velocità di Ueli Steck, il quale ha salito la vera parete nord dell'Eiger in un tempo inferiore alla nostra vietta...

Partenza alle 6,30 alla volta della Val Ferret, scontata sosta ad ammirare il profilo unico della grandiosa Cresta di Peutéréy:

Parcheggiamo dove la strada è interrotta, a Lavachey; Silvia e Gian rimangono qui a soddisfare la fame di tintarella e botanica; noi tre proseguiamo a piedi, fino in fondo alla valle. Sono le 10,00.

I maestosi contrafforti meridionali delle Grandes Jorasses (m 4.208):


Continuiamo a risalire la vallata, sotto un sole splendido, ma avverto sempre il richiamo magnetico esercitato dall'Aiguille Noire de Peutéréy (m 3.773):

Passiamo sotto la parete Est delle Grandes Jorasses (m 4.208), dove corre la via del Fortissimo, Giusto Gervasutti:

Il fondo della valle è lontano, ma l'ambiente è fantastico:

Di fronte a noi la Conca del Triolet, in cui si trova il Rifugio Dalmazzi:

Saliamo i primi risalti e finalmente individuiamo la nostra via: La Nord dell'Eiger (5c D 6L 160 m):

Alla nostra destra, di fronte alle Placche di Pré-de-Bar (m 2.000), il Rifugio Elena (m 2.061):

Ecco l'attacco della via:

Ci prepariamo, parto io per la prima lunghezza (5a):

Attacco un muro verticale, a tratti leggermente strapiombante, con ottime prese e lame:

Il granito è perfetto, solido, splendido:

Esco dal muro e salgo la placca lavorata, fino in sosta:

Recupero i compari, eccoli sulla placca:

La via è ottimamente chiodata a spit, le soste attrezzate a catena ed anello di calata.
Il secondo tiro (III) supera una facile placca:

Salgo rapido, poi recupero i due personaggi che mi seguono:

Contrasto di colori: la placca di granito lichenato, l'azzurro del cielo, il bianco del Ghiacciaio del Triolet e, a sinistra, l'imponente Mont Greuvetta (m 3.667):

La solida sosta:

Il terzo tiro (III) è in traverso a sinistra: prima si scende in un canalone, poi si risale e si traversa ancora fin sotto il tiro successivo. Paolino assume il comando delle operazioni.

La quarta lunghezza (5b) è molto divertente: si sale un pilastrino verticale in placca, poi si esce a sinistra su un piccolo terrazzino.

Manu fa sicura, mentre risente della levataccia... Che sfondo, però!

Alle nostre spalle, la Val Ferret:

Il comando della cordata passa a Manu, che affronta il traverso (5c) che dà il nome alla via, in quanto dovrebbe ricordare la mitica Traversata Hinterstoisser all'Eiger:

Il tiro è incredibilmente chiodato, uno spit ogni metro, anche troppo... Manu arriva in sosta:

Poi parto io, dietro di me Paolino:

Un paio di metri sono delicati, in fiducia sulle punte delle scarpette:

Riuniti tutti e tre in sosta, Manu parte per il sesto ed ultimo tiro (4b): prima supera un tetto aggirandolo a sinistra, poi risale un diedro appoggiato:

Parto io, eccomi nell'aggiramento dello strapiombo:

Il diedro:

Dopo 2 ore e mezza, eccoci in cima alla via:

Cambio di scarpe e via con le doppie: la prima ci conduce (quasi) alla seconda sosta della via, in cima alla placconata:

Qualche nuvoletta rende il bacino del Triolet ancora più severo:

Scendo per la seconda calata, che, dopo oltre 50 metri, mi deposita sulla cengia erbosa a pochi metri dall'attacco della via, dove abbiamo lasciato uno zaino.

Il tracciato della via:

Grandioso angolo alpino:

La strada che sale al Rifugio Elena è stata appena liberata da residui valanghivi:

A fondovalle, intanto, la natura esplode rigogliosa:

Ritroviamo Silvia e Gian, sono ormai le 18,00...
Ustionati dal sole, ma riposati. Ci mangiamo un piatto di insalata di riso ed una torta salata, poi partiamo... alla volta della pizzeria!

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