sabato 18 aprile 2009

ROCCA dell'AIA (m 680): Sogni artici


Sabato 18 aprile 2009




Io e Paolino l'Alpino

Migliaia di anni fa, Seneca scrisse: "Errare humanum est, perseverare autem diabolicum".
Ebbene, ancora oggi c'è chi non l'ha capita... Quegli idioti siamo noi!
Una settimana fa vagavamo per la boscaglia alla ricerca di improbabili vie mai sentite nominare. Ora, nuovamente armati della nostra nuova guida appena acquistata, eccoci ancora a ravanare tra il bosco fitto, aprendoci un varco a spese di graffi, softshell a brandelli, leggendo e rileggendo la suddetta alla ricerca di un fantomatico sentiero che ci porti alla Rocca dell'Avetta...

Le previsioni, tanto per cambiare in questa stagione per ora disastrosa, sono drammatiche ovunque.
Torniamo in Liguria, dove almeno non nevica, sulle pendici del Monte Carmo (m 1.389).
Durante l'avvicinamento, capiamo ben presto che sarà dura... A Loano splende il sole, mentre poco sopra, dove siamo noi, la vista è questa:

Sulla guida della zona, appena acquistata, "di cui è pietoso e saggio tacere anche il nome", abbiamo individuato una via interessante: la Cresta Sud-Est (5b 7L 180 m).
Ma la descrizione è talmente chiara che ci ritroviamo ancora a ravanare nel nulla, mentre il cielo dà il suo contributo, lanciando tuoni inqiuetanti da una distanza drammaticamente breve...
Che si fa? Continuiamo a scendere, fino a quando diventa proprio impossibile proseguire, senza machete...

OK, risaliamo, intanto vediamo cosa tiene in serbo per noi Madame La Météo...
Mentre arranchiamo in salita, la pioggia cessa, così ci viene la malsana idea di riprovare a trovare l'attacco della suddetta via.
Seguiamo l'ennesima parvenza di traccia di sentiero, che, non appena ci ha condotti nel cuore della boscaglia più impenetrabile, puntualmente scompare nel nulla...
Ci apriamo un varco faticosamente, fino a spuntare su un pulpito roccioso, da cui ci rendiamo conto che non raggiungeremo mai l'obiettivo.
Torniamo indietro, sotto un alternarsi di schiarite e nuvoloni scuri e bassi.
Risaliamo e sbuchiamo proprio sotto la parete sud-est della Rocca dell'Aia (m 680), dove attacca una serie di vie.
Ormai sono passate le 13,00 ed il tempo minaccia: se vogliamo provare ad arrampicare un po', dobbiamo attaccare qui e subito.
La roccia pare un po' asciugata, è quarzite a cristalli molto grandi, che paiono offrire buone prese ed appoggi.
La via è Sogni Artici (4c 34 m) e percorre lo zoccolo della rocca, da cui si prosegue lungo la cresta.

Ci leghiamo e parto io, ma dopo pochi passi mi fermo... Le nuvole ci stanno letteralmente investendo, bassissime e minacciose...
Torno sui miei passi: che si fa? Si azzarda? La quarzite è altrimenti detta "saponite", causa la sua totale imparticabilità in caso di bagnato...
Ma sì, partiamo: salgo la placca in leggero diagonale a destra, trovo qualche spit qua e là; poi la parete si raddrizza, ma sempre con buone prese.
Supero un accenno di tetto ed emergo su rocce frastagliate,, dove trovo un grosso fittone di sosta, dall'aspetto piuttosto rassicurante.
Recupero Paolino, ma mentre si trova ancora a due terzi del tiro ecco che inizia a piovere.

Butto un occhio verso la costa, dove continua a splendere il sole, sebbene a brevissima distanza... Effetti delle correnti d'aria che fanno ristagnare sulla nostra testa il temporale.

La via percorre lo zoccolo ed incrocia il sentiero all'altezza della forcella alla base della cresta sud-est.
Smette nuovamente di piovere, ma ne abbiamo abbastanza: mangiamo un panino e ce ne andiamo in spiaggia, leccando un gelato!

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