sabato 14 febbraio 2009

LA BAIARDA (m 723): Bastione del Grand Diedro


Sabato 14 febbraio 2009



Io e Paolino l'Alpino

Negli ultimi giorni il meteo è ok, ma le temperature sono basse.
Impossibile arrampicare in montagna e un po' dovunque in Piemonte e Valle d'Aosta le temperature sono sotto zero...
Dunque, si va in Liguria.
C'è questo posto di cui ho letto spesso, nell'entroterra di Genova: usciamo a Voltri e ci dirigiamo verso Acquasanta, dove sorge un vecchio stabilimento termale, un santuario ed una piccola stazione ferroviaria, dove parcheggiamo.
La relazione dice di costeggiare la ferrovia; attraversiamo i binari dopo circa 200 m e ci inoltriamo nella boscaglia, lungo un sentiero segnalato.
In breve cambiamo versante, entrando nel Vallone della Baiardetta, stretta tra la Punta Martin (m 1.001) e la Cresta della Baiarda, purtroppo sul lato esposto a nord-ovest, all'ombra, ed ecco il nostro obiettivo: La Baiarda (m 723), la cui parete nord-ovest è completamente rocciosa ed imponente:

Come si vede, la temperatura è sotto zero anche qui...

Il sentiero prosegue a mezza costa, poi sale, poi ancora a mezza costa, fino a guadare il Rio della Baiardetta, oltre il cosiddetto Masso del Ferrante (m 452).
La parete è sopra di noi, da qui saliamo per arrivare all'attacco della via.

La nostra guida descrive la salita del Bastione del Gran Diedro per il Diedro Gozzini (V 200 m); l'attacco dovrebbe essere lungo il sentiero, segnalato da due fittoni resinati.
Eccolo!
Però... ci sono due vie che salgono la parete...
Mah... la relazione è del 2004... magari hanno chiodato qualche tiro nuovo a lato...
Ci prepariamo, anche se fa freddissimo...
Parte Paolino, che sale una paretina chiodata a spit, piuttosto recenti, alta una quindicina di metri, solcata da larghe fessure orizzontali (III):

La relazione parla di due spit di sosta in cima al muro, ma non ne troviamo nessuno...
Così Paolino percorre una decina di metri lungo una cengia erbosa a sinistra e sosta su spuntoni.
Poi lo raggiungo, ma la temperatura della roccia è veramente gelida... In più si è alzato un po' di vento, altrettanto sferzante e freddo...
A posteriori, dovremmo aver salito la Placca di Ubaldo.
Dopo un breve trasferimento, attacco lo Sperone delle Clessidre (IV): un piccolo strapiombo manigliato, poi in placca ancora strapiombante, infine verticalmente lungo una larga fessura.
La via è chiodata a resinati dall'aspetto piuttosto datato.
Trovo una solida sosta attrezzata con catena ed anello di calata e recupero Paolino:
La temperatura è proibitiva, il binomio roccia gelida + aria fredda è devastante soprattutto per le mani.
Pochi metri sopra di noi, percorribili su pendio erboso, attacca il Diedro del Tranviere (IV+).

Paolino lo scala, integrando la chiodatura con un friend in partenza: decisamente verticale, prima aiutandosi con la fessura in fondo al diedro, quindi spostandosi in aderenza verso sinistra per uscire a destra, con un passo delicato in spaccata, fino ad una solida sosta con due resinati da collegare.

L'uscita del diedro:

Uno dei due resinati (l'altro è dotato di maillon rapide):

La parete sopra di noi, che termina con il Diedro Gozzini (IV+):

Facciamo il punto della situazione: le mie mani sono completamente insensibili a causa del freddo, al punto che mi sono tagliato la sinistra ed asportato un pezzetto della destra quasi senza accorgermene...
Paolino lamenta freddo alle mani ed ai piedi...
La temperatura è veramente troppo bassa, sotto zero, la sensazione di freddo è acquita dal vento ed il sole non colpirà la parete se non poco prima del tramonto: realizziamo che la sofferenza sta superando il divertimento...

Approfittando della buona sosta cui siamo assicurati, decidiamo di calarci in doppia, facendo passare la corda nei due resinati: una calata di una quarantina di metri ci deposita sul sentiero.

Pochi metri più avanti, a testimonianza delle condizioni ambientali, una cascata di ghiaccio...

Lo sperone che stavamo scalando, visto di profilo:


Proseguiamo verso la cima seguendo un sentiero attrezzato con cavo metallico, sulla parte sinistra della parete:

Giunti in vetta, sembra di entrare in un altro mondo: sole caldo, luce, il mare...
Ecco la cima del torrione e, sullo sfondo, Punta Martin (m 1.001):

Il mare del golfo di Genova e, nei pressi della cima, la cappella della Baiardetta:

Ci riscaldiamo un po', mangiamo qualcosa, poi faccio un po' di esercizio nell'infissione di chiodi in fessura:

La cappella:

Scendiamo lungo il versante sud-ovest, sul crinale, sappiamo che sarebbe più breve ritornare sui nostri passi, ma decidiamo di fare una bella camminata e di chiudere l'anello intorno alla Baiarda.
Dopo 45' cambiamo ancora versante e ritorniamo nel Vallone della Baiardetta: sullo sfondo la parete salita:

Riprendiamo il sentiero di salita e torniamo alla stazione di Acquasanta seguendo per un tratto i binari, novelli Forrest Gump infreddoliti...

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