venerdì 11 agosto 2023

UIA SUD-OVEST di NASTA (m 2.975): In Linea di Massima

Venerdì 11 agosto 2023

Io e Giorgio

Una via che ho adocchiato da almeno un paio di anni e che ho tenuto lì aspettando il momento adatto.

Si tratta di In Linea di Massima (6a   TD-   8L   390 m) all'Uia Sud-Ovest di Nasta (m 2.975), via di Paolo Cavallo, con cui ho parlato lungo un avvicinamento al Corno Stella, ricevendone impressioni interessanti, quasi un incoraggiamento a ripetere la via, dal momento che addirittura non gli risultano ripetizioni al di là della cordata ...

Un paio di anni fa sono venuto ai piedi della via con Alberto, trovando l'attacco, ma trovando anche la parete bagnata fradicia, non in condizioni... per ripiegare infine su Cima Paganini.

Partenza presto, meteo ottimo; ritrovo a Roreto, poi via in direzione Valle Gesso, risalendo la strada recentemente un po' sistemata, fino a Pian della Casa del Re (m 1.743). Ci prepariamo con due mezze corde, friend e nut, sapendo dalla relazione che avremmo trovato pochi chiodi e spit, chissà in quali condizioni.

L'avvicinamento è piacevole, la salita verso il rifugio Remondino (m 2.430) si articola lungo una infinita serie di tornanti, su ottimo sentiero:

Alle 8,40 siamo al rifugio, dopo circa 1h 30' di cammino; faccio tappa alla fontana per togliermi un po' di sete; da qui studiamo già la parete, quella triangolare a destra, che da qui appare addossata alla Nasta, mentre in realtà ha una bella vetta appuntita, piuttosto lontana dalle punte della Cima di Nasta (m 3.108):
Bene, stavolta la parete è asciutta. La rifugista ci chiede giustamente cosa faremo; la gestione del rifugio è cambiata da poco e la via di oggi è sconosciuta a tutti... infatti rimane un po' così, ma è buona cosa che magari dal rifugio ci diano un'occhiata.
La relazione della via, redatta dai francesi che avevano ripetuto la via nel 2012, unica ripetizione nota:
Ecco il motivo per cui non ho ancora salito la via... la relazione dei francesi che alza il grado della via... unitamente alle poche protezioni in loco...
Ma oggi ci siamo, convinti, curiosi e affascinati da questa splendida linea tracciata su una parete che conosco bene, avendo salito in questi anni buona parte delle vie che la contraddistinguono:
Una parete caratterizzata da una roccia che amo particolarmente, uno gneiss a grana fine con grande grip.
Riprendiamo l'avvicinamento, dal rifugio ci portiamo in direzione del colle Brocan per tracce su pietraia, sino a portarsi alla base della cascata che scende dal lago di Nasta (20' ca. dal rifugio). Proseguiamo verso la parete, il punto di attacco si trova pochi metri a sinistra del punto più basso della parete: c'è spit con brandello di cordino a 12/15 m da terra, al centro di una placca verde (poco visibile).
Lo ritrovo grazie alla mia precedente perlustrazione di un paio di anni fa.
Bene, ci leghiamo e siamo pronti a partire, con la temperatura un po' freddina, essendo in ombra. Sono le 9,40 quando attacco le prime placche verdi, la prima lunghezza (5a) presenta placche da salire in aderenza:
Salgo diritto, fino a raggiungere una zona più abbattuta, dove inizio a cercare la sosta, o qualcosa che le somigli...
Mi porto a destra su una struttura rocciosa articolata, a destra della quale ecco la sosta:
E' attrezzata con due spit, anello di calata e un cordino consunto a collegare i due punti; integro collegando gli spit con una fettuccia e posso far salire l'amico:
Sono molto contento di aver trovato la sosta, poiché so bene l'importanza di riuscire a seguire la corretta linea di salita, in una grande parete come questa... ben sapendo per esempio che poco distante corrono vie più difficili, per esempio.
Saliamo a comando alternato come sempre, così Giorgio prosegue su terreno facile fino a portarsi sotto ad un grande diedro verticale, che sale cercando di interpretare la relazione; non trova protezioni, però, quindi si procede con cautela, guardandosi molto intorno...
Più su riesce a vedere uno spit sul muro a destra, così capisce che deve traversare, tornando anche sui propri passi per qualche metro; piazza un friend rosso, poi traversa a destra, supera il muro (5a) e sale le belle placche lavorate successive, fino alla sosta, dove lo raggiungo poco dopo.
Terzo tiro (5a): salgo il bellissimo muretto lavorato al di sopra della sosta, a destra delle caratteristiche placche rosse, poi torno leggermente a sinistra in un diedro aperto, fino alla sosta posta sulla parete di destra, al di là di un canalino:
Il tiro è lungo 45 m e trovo un solo spit:
La sosta è ottima, in condizioni migliori delle precedenti, così assicuro Giorgio, mentre già studio con lo sguardo il tiro successivo:
E siamo così arrivati alla quarta lunghezza (6a), con Giorgio che scala con attenzione la bellissima placca verticale, leggermente lichenata ma su roccia splendida:
Rinvia la bellezza di 3 spit lungo la placca, poi esce a destra per contornare lo strapiombo sommitale della torre, per poi scalare una seconda splendida placca fino ad uscire in cima allo sperone:
Poi è il mio turno, eccomi sulla placca finale prima dell'uscita in sosta:
Con sollievo siamo così emersi in cima allo sperone che chiude il famigerato quarto tiro.
Rimaniamo concentrati soprattutto per evitare di finire fuori via, in questa grande parete... soprattutto sapendo che la quinta lunghezza è descritta in relazione come facile (III grado), ma come un traverso orizzontale di 55 m.
E' subito evidente che non torna... non si può traversare a sinistra in orizzontale, se non con grande difficoltà e soprattutto senza la minima logica...
In definitiva, salgo in diagonale a sinistra (ometto), traversando dopo 30 m a sinistra verso lo sperone che sale parallelo (50 m, 3a, sosta su 1 spit):
Poco dopo Giorgio mi segue, partendo dalla sosta al sole in cima allo sperone precedente:
Benissimo, stiamo riuscendo a seguire la via corretta.
Proseguiamo alternati, Giorgio parte per la sesta lunghezza (4b), salendo direttamente le belle placche lavorate, diritto fino alla sosta alla base di un marcato diedro (50 m, sosta su chiodo e spit):
La sosta:
Avanti, nel settimo tiro (4b) scalo direttamente il bel diedro verticale che sormonta la sosta, poi proseguo direttamente per placche a vaschette e lame, scalando lo sperone articolato fino alla sosta posta in un terrazzino a destra (50 m, sosta su chiodo e spit):
Faccio sicurezza al socio, ormai euforico sentendo la vittoria quasi in tasca:
Giorgio avanza, è l'ottava ed ultima lunghezza (5a): supera un breve strapiombo su buone prese, quindi prosegue lungo bei muri di roccia rossa articolata, uscendo in vetta dopo aver rinviato 2 spit ed un friend incastrato, usando tutti i 60 m di corda:
La sosta è attrezzata su cordoni su spuntoni di roccia:
E' fatta, questa via era una mia grande curiosità, un grande obiettivo ed è stato soddisfatto e gratificato sotto tutti i punti di vista.
Alle 14,15 siamo in vetta e poco dopo ci apprestiamo alla discesa, che ben conosco essendo già stato più volte anche su questa cima.
Ci spostiamo di qualche metro verso est, fino alla sosta di calata posta quasi al di sopra del Lago di Nasta:
Autoscatto celebrativo:

La discesa non pone intoppi: effettuiamo un'unica lunga calata in doppia verso sud-est, proprio in direzione del lago, che ci deposita alla base del canale detritico.
Da lì, recuperate le corde, scendiamo facilmente la pietraia, dove Giorgio fa lo spiacevole (per lui) incontro con un grosso esemplare di Vesubia Jugorum, un ragno endemico di cui avevo parlato con Stefano dopo averne visto uno nel vicino Vallone di Lourousa.
La discesa prosegue lungo la normale, passando per il rifugio, dove ci concediamo una fetta di crostata, dopo essere transitati a lato della parete appena scalata:

La parete vista dal terrazzo del rifugio, con il tracciato della via seguita:
Bene, è ora di lanciare un ultimo sguardo a queste fantastiche cime, prima di rituffarci nella calura del fondovalle:
La stagione prosegue alla grande!

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