sabato 9 luglio 2011

AIGUILLE PIERRE ANDRE' (m 2.812): Vieux Boucs New Look


Sabato 9 luglio 2011





Io, Paolino l'Alpino, Bruno e Manu







Giornata magnifica in un luogo magnifico...
Indecisi fino all'ultimo se andare in alta quota oppure su roccia, alla fine ci abbiamo preso!




Visto però il rischio di temporali pomeridiani, decidiamo di partire presto, alle 4,30.
Appuntamento a Fossano con Bruno, che ci scarrozza in Ubaye, dove l'obiettivo è la celebre guglia quarzitica della Aiguille Pierre André (m 2.812).
Parcheggiamo a Maljasset, sotto lo sguardo invitante della Tete du Sanglier (m 2.653):

Il meteo è perfetto.




Ci prepariamo e ci incamminiamo lungo il vallone, avvicinamento che richiede circa 1h 30' in ambiente magnifico.




Dopo una mezzoretta, ecco spuntare il profilo della nostra cima:

Il sentiero si impenna e si inerpica a zig-zag lungo un versante erboso e la nostra torre rocciosa si fa sempre più maestosa e slanciata:

Il clima è allegro e spensierato, si sale parlando di Pizzo Badile:







I brothers:

Non c'è che dire, è magnifica:

Le sfumature rossastre della parete sud-sud-est ci entusiasmano, così affrontiamo la pietraia finale di slancio; davanti a noi solo una cordata francese che sta attaccando Les Marmottes Givrées (6a+ TD/TD+ 6L 220 m).




Manu insiste per fare quella via, Bruno ha un dito in disordine, ma una voglia matta di fare quella via. Io e Paolino saliremo Vieux Boucs New Look (6b/A1 D+ 7L 250 m).

Attacchiamo in parallelo, con meteo splendido e temperatura gradevole; io salgo in maglietta e pantaloncini.




Paolino sale il primo tiro (4c):

La via è ottimamente protetta a spit e qualche chiodo, abbiamo qualche friend che non useremo.
E' il mio turno, mi spalmo sulla placca di quarzite:

La via attacca subito bella verticale!
Siamo in contatto radio con la cordata di Manu e Bruno, soprattutto per sapere come reagisce il dito di Bruno...
Dalla sosta 1, indago con lo sguardo i muri verticali di quarzite rossa che ci sovrastano:

Poi passo avanti sul secondo tiro (5b):





Dalla comoda sosta su lama staccata recupero Paolino, impegnato sulla successione di muri verticali ben appigliati:



Proseguiamo: Paolino traversa a destra e risale un diedro:

Poi una serie di brevi strapiombi, atletici ma ben manigliati (5c), semplicemente magnifici:

Salgo a mia volta e lo raggiungo alla comoda sosta in cengia, dopo una divertente placca lavorata.



Salgo la quarta lunghezza (4c), lungo la bella placca lavorata che prosegue, sulla faccia destra di un lungo diedro omogeneo:

Bruno, alla nostra destra, impegnato sul passo chiave della loro via:



Dopo una quindicina di metri, mi porto lungo la fessura del diedro, in dulfer:

Infine, dopo una galoppata di 40 metri, esco in cima al pilastro, dove trovo un'ottima sosta con catena e spit.



Gli amici sulla via a destra, che prosegue dritta verso la cima, dove ci riuniremo:

Paolino intanto esce dal diedro e risale la placca:



Il quinto tiro (5b) è un po' particolare: prima su facili risalti, poi una parete con passaggio tecnico, quindi ancora sul facile:


Paolino si porta alla sosta alla base del tiro liscio e strapiombante di 6b/A1, da cui mi vede sbucare:

No, quella paretina è veramente fuori scala per noi, anche in relazione al resto della via.


Decidiamo di traversare a sinistra e ridiscendere un diedro, per andare a recuperare una variante più facile:

Trovo immediatamente la partenza della placca, con un bel chiodo infisso in una fessura:

Magnifica, ancora una volta, la parete invitante che segue: la salgo tutta d'un fiato per 50 metri, proteggendomi con i fittoni resinati in loco e qualche chiodo più datato:

Alle nostre spalle, un'altra bella struttura quarzitica:

Alla mia destra, oltre a qualche nuvola, ecco l'Aiguille du Chambeyron (m 3.412):

Settimo ed ultimo tiro (5a): Paolino risale facili placche, poi attacca un bellissimo diedro verticale, che lo conduce dritto in vetta:

Quando salgo anch'io, ecco la croce sommitale ed i compagni ad attenderci:

Come sempre in Francia, non c'è il libro di vetta, ma una magnifica vista a 360°:

Ancora l'Aiguille du Chambeyron:

Allegra foto di vetta:



E' già ora di scendere, non da questo bel reperto storico, bensì da una solida sosta a tre spit e due catene:

Un paio di calate in doppia lungo il versante ovest ci riportano a terra:

LA discesa è allegra e tranquilla: ci lasciamo alle spalle un altro posto magnifico, una parete ed una roccia che non dimenticheremo:

2 commenti:

kamerlele ha detto...

semplicemente magnifica !!!

sbr3m ha detto...

bel giro!