giovedì 27 marzo 2025

TRE DENTI di CUMIANA (m 1.300): Diagonale Ovest + I Colossi


Giovedì 27 marzo 2025

Io, Giorgio e Alberto

Dopo una stagione delle piogge infinita,  


L1 5b
L2 5b
L3 5c/A0

Vortice L4 6a
L5 5b

L6 5a
L7 4c

L8 5c
L9 5b



L10 5c

L11 4c

L12 5b



mercoledì 5 marzo 2025

BOURCET (m 1.000): Sex Gate + CIMA delle GRANGE (m 1.400): Via del Diedro


Mercoledì 5 marzo 2025

Io e Alberto

Oggi ancora con Alberto, ritrovo al solito Mc di Pinerolo e poi via con la mia auto verso la Val Chisone, con l'intenzione di vedere se al Bourcet (m 1.000) le condizioni sono già buone per scalare, nonostante il freddo. L'obiettivo è un giro sulla via Normale (5c   7L   190 m).

Parcheggio dopo il solito tremebondo attraversamento della strettoia con gli specchietti ripiegati, quando ormai sono le 10: orario volutamente tardo per non prendere troppo freddo.

Il breve avvicinamento ci porta a vedere che la via purtroppo è in ombra e giù nel sentiero non ci sono più di 3 o 4 gradi... troppo freddo per scalare...

Ripieghiamo sulla vicina via Sex Gate (V+   D+   6L   170 m), semplicemente perchè invece è in pieno sole, ance se l'ho salita un paio di volte in passato.

Lasciamo la stradina e risaliamo una decina di minuti fino alla base dello sperone con la scritta sbiadita del nome della via:

Purtroppo il muschio la fa abbastanza da padrone, nei primi due tiri. Ci prepariamo ed attacco il primo tiro (5b), salendo la placca ed il successivo speroncino, fino alla sosta attrezzata su spit e catena (ora le soste a catena sono addirittura due):
Alberto mi segue:
Il secondo facile tiro (3b) è davvero invaso dal muschio, ma le difficoltà contenute rendono il problema molto contenuto:

Riuniti in sosta, iniziamo la scalata del terzo tiro (5a), finalmente su roccia splendida, in placca:
Salgo poi il quarto tiro (5c/6a): mi porto in placca fino alla base di un diedro, che salgo inizialmente in dulfer grazie all'ottima fessurina, che poi finisce:
Mi ribalto a sinistra sulla placca, incisa da una sottile fessurina, per salire poi in verticale fin sotto il pronunciato tetto; lo supero a sinistra, ribaltandomi al di sopra (san Panic per la rinviata...), per scalare poi la bella placca successiva fino alla comoda sosta.
Poco dopo ecco l'amico a sua volta impegnato:
Ora ci aspetta una lunghezza splendida, la quinta (5c): salgo lo spigolo, in dulfer, con chiodatura un po' ariosa:
Più in alto, mi ribalto al di sopra e raggiungo facilmente la sosta:
Alberto in uscita dallo spigolo:
Sesto tiro (5b): proseguo lungo lo sperone, arrotondato in placca, fino a portarmi, dopo un discreto run-out, sotto ad un breve strapiombo, che supero con un passo di forza, per raggiungere senza problemi la sosta:
Alberto sale a sua volta il tiro:
Eccoci in vetta al risalto, a fine via, dove scattiamo la foto ricordo:
La discesa prevede una calata da 30 m, in parte nel vuoto, molto divertente:
Segue una discesa di un quarto d'ora nel bosco, fino a riguadagnare la strada e l'auto.
E' abbastanza presto, così optiamo per andare a salire un'altra via, sul lato opposto della valle; la scelta cade su Cima delle Grange (m 1.450) per cimentarci sulla Via del Diedro (5c   D+   3L   100 m).
Ci spostiamo in auto fino a dove, un paio di tornanti prima del parcheggio consigliato, un tratto innevato ci arresta; torniamo a prepararci, proseguiamo a piedi fino in cima a Cima delle Grange, da cui scendiamo lungo la traccia ben segnalata e in parte attrezzata, fino alla base della parete, dove troviamo la targhetta con il nome della via:
Ci leghiamo e parto per la prima lunghezza (5c/6a), accorgendomi subito che la chiodatura è piuttosto distanziata, oltre che a dir poco artigianale... Avevo salito la via molti anni fa con Paolino l'Alpino e non mi pare che sia migliorata, in questo senso, ma pazienza.
Mi sposto a sinistra, salgo un diedro-fessura decisamente sporco, poi una serie di muri e placche fino al pulpito dove trovo la sosta; poco dopo ecco Alberto salire a sua volta:
Salgo poi la seconda lunghezza (data 4c ma almeno 5b), aggirando a sinistra l'albero iniziale e salendo poi per placche, muri e fessure, fino a raggiungere un altro pulpito di sosta, appena al di sopra di un'altra sosta nuova, posta un paio di metri a destra ma di competenza di un'altra via:
L'amico si impegna a salire la lunghezza:
Ci ritroviamo in sosta e guardiamo il terzo tiro, quello del diedro che dà il nome alla via; vista la distanza dei chiodi e un po' di stanchezza, optiamo per buttare le doppie e scendere.
Per oggi va bene così.